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L’intervista

Rilancio della Calabria, Ferrara: «Abbiamo 10 miliardi da spendere subito»

Appello del presidente di Unindustria alla politica e alle istituzioni: «Non c’è un problema di risorse, ma di qualità della spesa»

Pubblicato il: 22/04/2022 – 15:30
Rilancio della Calabria, Ferrara: «Abbiamo 10 miliardi da spendere subito»

CATANZARO «Abbiamo a disposizione circa 10 miliardi di euro fra Por e Pnrr. Il destino della nostra regione è nelle nostre mani». Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, sprona la politica a mettere a frutto al più presto le ingenti risorse destinate al territorio della sua regione. Cinquantotto anni, catanzarese, Ferrara presiede un gruppo i cui interessi spaziano dall’editoria all’impiantistica industriale fino al digitale. Alla sua associazione aderiscono 2.000 imprese con decine di migliaia di dipendenti. Condivide i temi portati all’attenzione dei sindacati nazionali dal governatore Roberto Occhiuto in occasione dell’incontro svoltosi a Roma, ma invita a stringere i tempi della spesa pubblica.
«Abbiamo – dice conversando con l’Agi – 3,7 miliardi del Por e 3,7 miliardi già territorializzati del Pnrr, esclusi bandi ed avvisi. Arriviamo facilmente intorno ai 10 miliardi di euro. Poi ci sono i contratti di programma, i Cis, la quota del 34%. Il tema è: del Por 2014-2020 sono stati messi a terra solo il 38% delle risorse, molte delle quali oggetto di contenzioso».
«Qui non c’è un problema di risorse – sottolinea – ma c’è un problema di capacità di metterle a terra nell’ambito di un disegno preciso di sviluppo produttivo che vada ad orizzontare un obiettivo ben preciso. Le misure vanno stabilite secondo un’agenda e un cronoprogramma precisi compatibili con le risorse disponibili». «La questione temporale – sostiene Ferrara – è fondamentale soprattutto per una regione come la nostra che deve ridurre i divari e deve correre più delle altre regioni per raggiungerle; non basta andare alla stessa velocità. Il futuro, dunque, è nelle nostre mani. Serve un’azione forte di monitoraggio e di vigilanza nei confronti del Governo sulle grandi opere, però poi dobbiamo essere noi a dimostrare di essere bravi e capaci nel mettere a frutto le risorse».

Incontro Occhiuto-sindacati a Roma: «Felice condividano le nostre tesi»

A Roma Occhiuto e i sindacati hanno messo a punto cinque priorità da portare all’attenzione del Governo: rifacimento e ampliamento della strada statale jonica; sviluppo e finanziamento delle Zes, e in particolare di quella incidente sul porto di Gioia Tauro; risorse certe per avere una linea ferroviaria ad alta velocità fino a Reggio Calabria; possibilità di investire più facilmente e con meno vincoli burocratici sulla produzione di energia da fonti rinnovabili a cui si aggiunge lo sblocco delle assunzioni e l’assorbimento del bacino dei precari per la sanità. «Noi queste questioni – risponde Ferrara – le avevamo già ampiamente sollevate alla presenza sia di Occhiuto sia del presidente di Confindustria Bonomi durante la nostra assemblea. Abbiamo posto l’accento sulla questione della competitività infrastrutturale, della logistica avanzata e delle infrastrutture digitali come elementi fondamentali per creare un habitat naturale affinché le imprese possano esprimere le loro potenzialità. Mi fa piacere che i sindacati abbraccino questa visione. Senza le infrastrutture necessarie non si può sostenere un’economia competitiva».

«Nel Pnrr non ci sono le risorse per le infrastrutture calabresi»

Ma, avverte Ferrara «nel Pnrr non ci sono né la statale 106, né l’alta velocità, né gli aeroporti. L’alta velocità Salerno-Reggio Calabria non è nel Pnrr. C’è solo un piccolo lotto che arriva fino a Battipaglia, con una deadline al 2030. Su questi temi ci siamo da tempo. Sono temi storici su cui occorre farsi sentire con la voce grossa». «C’è dunque – dice il presidente degli industriali calabresi – una questione nazionale che va attenzionata, ma ci sono anche una questione regionale e una questione temporale. Le gradi opere – continua – non saranno realizzate subito, ci vorranno anni. Noi abbiamo l’esigenza di risolvere i problemi e di farlo immediatamente». Per esempio, occorre un apparato burocratico capace di gestire le grandi risorse comunitarie che stanno arrivando in Calabria. «Abbiamo posto – puntualizza – la questione all’attenzione del Governo e alla Regione. Diamo atto al presidente Occhiuto di avere risposto positivamente alla richiesta di un centro di competenza che possa affiancare le amministrazioni periferiche. Occhiuto ha messo in campo Fincalabra. Vedremo se questo basta. Il Pnrr costituirebbe un volano importantissimo – sostiene – soprattutto per il mondo delle costruzioni».

«Zes? Nostro cavallo di battaglia»

Poi c’è il tema delle Zes, le zone economiche speciali. «È un nostro cavallo di battaglia – spiega Ferrara -. C’è la Zes di Goia Tauro, una realtà importante in cui lavorano oltre 1.000 persone, ma i costi sono proibitivi al punto che molti nostri imprenditori spediscono le merci da Salerno e da Livorno. Con l’Autorità portuale abbiamo avviato un tavolo, un rapporto di collaborazione proficuo per capire come risolvere il problema e mettere in piedi una piattaforma di proposte affinché diventi un volano per le nostre imprese che hanno nel porto di Gioia Tauro un asset fondamentale per aprirsi ai mercati internazionali»
Ma non è solo Gioia Tauro, con il suo retroporto, l’unica area su cui scommettere. «Abbiamo 14 aree Zes – spiega il presidente degli industriali calabresi – e lo sviluppo produttivo deve abbracciare tutta la Calabria. Le aree Zes, però, insistono su aree industriali che sono in totale stato di degrado sotto il profilo dei rifiuti, dell’acqua, della guardiania, della tenuta del verde, dell’accessibilità e della mobilità e in alcuni casi anche delle infrastrutture digitali». «Le aree industriali – continua – vanno messe a sistema in linea con gli standard di mercato internazionali. Non servono solo gli incentivi, ma anche aree apprezzate e adeguate. Stiamo aspettando con ansia l’insediamento del nuovo commissario delle Zes nominato da due mesi, ma non ancora insediato perché manca la bollinatura da parte della Corte dei Conti. Anche su questo serve una forte sollecitazione».
Ma la vera scommessa, insiste Ferrara, è il Por, «che va disegnato sulla base delle esigenze della nostra regione. Un sistema produttivo all’avanguardia che abbia come riferimento i mercati internazionali, che sia sostenibile sotto il profilo ambientale, che ci sia un forte investimento sul capitale umano». Il centro studi di Confindustria, rivela, sta affiancando Unindustria Calabria per mettere a punto una progettazione «che tenga conto degli attuali scenari conseguenti alla pandemia e allo shock energetico conseguente alla guerra in Ucraina».
«Proporremo un nostro disegno di politica industriale – annuncia – sul quale misureremo la reale volontà di mettere in campo tutta la programmazione Por».

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