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la riflessione

«Il 25 aprile, il fragore delle bombe e i vili putiniani»

Quanti interrogativi ci pone questo 25 aprile. La situazione ci riporta come non mai a un passato tragico che ritenevamo definitivamente rimosso. Invece no. Scenari apocalittici di ferocia e distr…

Pubblicato il: 23/04/2022 – 16:54
di Mario Tassone*
«Il 25 aprile, il fragore delle bombe e i vili putiniani»

Quanti interrogativi ci pone questo 25 aprile. La situazione ci riporta come non mai a un passato tragico che ritenevamo definitivamente rimosso. Invece no. Scenari apocalittici di ferocia e distruzioni si ripropongono. Anche i tanti conflitti sparsi nel mondo volutamente e ipocritamente dimenticati completano un arredo di morte e di violenza.
Questo 25 aprile non è solo un ricordo di un avvenimento lontano, ma è un presente con il carico di macerie materiali e umane.
La Resistenza per il nostro Paese segnò la vittoria della civiltà sulla barbarie, delle libertà democratiche per troppo tempo conculcate da una dittatura infame. L’aggressione di una nazione sovrana da parte dell’autocrate di Mosca è il disegno di dominio in cui si coniugano l’imperialismo sovietico e la grandezza della grande Russia.
Anche il massacro di Ekaterinburg dell’ultimo zar assieme alla sua famiglia da parte dei comunisti viene stemperato. La figura dell’ultimo Romanov viene rivalutata: serve al delirio di Putin. Sconvolgono nel nostro Paese i tanti simpatizzanti dichiarati e i moltissimi, vilmente nascosti, che simpatizzano con Putin. Sono coloro che si accingono a celebrare il 25 aprile plaudendo a chi uccide la libertà e porta morte.
L’Anpi, l’associazione dei partigiani, si schiera con Putin. Il presidente Pagliarulo si rifà alla storia di quelle formazioni partigiane che usavano violenza su altri partigiani non comunisti. Sognavano la rivoluzione e la dittattura rossa. Violenze fratricide continuarono dopo il 25 aprile del 1945.
Viviamo questo 25 Aprile con intensità di sentimenti nella convinzione che quanto conquistato va difeso giorno per giorno. Siamo con il popolo ucraino perché si sta consumando un delitto nei confronti della umanità e tutto questo non può non riguardarci.
Il prof. De Rita in una intervista a “Bee Magazine” parlando di Nuovo umanesimo afferma che il grande nemico è il “vaffa” che è la rottura della relazione. Con questa rottura la società italiana è andata indietro di mille anni. Il “vaffa” è una lacerazione, una distruzione del dialogo.
Questa è la “bella lezione” dei grillini.
Un 25 aprile da vivere, dunque, non solo come freddo rituale celebrativo, ma come un rinnovato impegno per una nuova Resistenza contro chi disperde valori umani di convivenza, di libertà e di democrazia. Il fragore delle bombe che cadono sull’Ucraina ci invitano ad una assunzione di responsabilità. Liberiamo l’Italia dagli eversori e avviamo una stagione dove la libertà e diritti non siano oltraggiati. Lavoriamo perché non trionfino gli odi, le sopraffazioni ma si accenda dovunque la luce della libertà.

*segretario nazionale Nuovo Cdu

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