LAMEZIA TERME Il tentativo è quello di smuovere le coscienze, richiamare alle responsabilità, ma soprattutto sollecitare un impegno costruttivo e costante non solo le istituzioni, ma anche la società civile. Quella composta insomma da associazioni e cittadini del territorio. Perché indignarsi dal divano di casa o sui social network non è una soluzione: scendere in piazza, invadere (pacificamente) un lungomare risulta più congeniale, fondamentale per dare colori, contenuti e voce ad una manifestazione che ha come obiettivo quello di richiamare l’attenzione su un tema cruciale per il territorio, ovvero la salute e la salvaguardia del nostro mare.
Complice il ruolo centrale (non solo geografico), è da Lamezia Terme che la macchina della sensibilizzazione ha già mosso più di qualche passo, grazie essenzialmente all’impegno delle tante associazioni presenti sul territorio, che hanno scelto di unirsi sotto ad un’unica bandiera, quella di “Uniti per il Golfo di Sant’Eufemia”, senza dimenticare il percorso storico compiuto fin qui. Un richiamo dunque non solo simbolico ma significativo nei contenuti e nelle intenzioni: se si marcia tutti insieme e se si alza un coro unanime forse, allora, qualcosa può cambiare davvero anche da queste parti.
L’occasione è il sit-in organizzato questa mattina sul lungomare “Falcone-Borsellino” di Lamezia Terme e che, complice anche una splendida giornata di sole domenicale, ha visto la presenza di alcune decine di persone. Adulti, ragazzi e bambini, insieme alla presenza delle istituzioni locali, per far capire che è questo il momento storico in cui davvero si può fare qualcosa di concreto e risolutivo. Presenti anche le associazioni “Costa Nostra”, “Lamezia Rifiuti Zero”, “Pinetamareinsieme”, “WWF”, “Lipu” e “Legambiente Lamezia”.
«Il nostro lavoro – spiega ai microfoni del Corriere della Calabria, Anna Rosa, portavoce di “Uniti per il Golfo di Sant’Eufemia” – è iniziato ad agosto dell’anno scorso, quando tutti abbiamo preso coscienza di dover intervenire, e in maniera forte. Per cui ci siamo rivolti alle Procure, alla politica e a tutte quelle istituzioni che devono salvaguardare e occuparsi del mare. Un tema particolarmente caro a noi che continueremo ad affrontare con altre attività e con maggiore forza affinché sia la gente comune e la società civile ci venga dietro». «Devono capire – spiega – che siamo stati privati per anni di un diritto assoluto anche a causa dell’indolenza delle istituzioni che dovevano provvedere affinché non si arrivasse a questa situazione di assoluto degrado ambientale. Il mare è lo specchio di tutto ciò che non si è fatto per l’ambiente. I cittadini devono capire che è il momento di dire no, che ci affianchi e che ci segua».
Presente al sit-in anche Legambiente Lamezia e il suo presidente, Gianni Arena: «Finalmente – dice – la nostra campagna di sensibilizzazione inizia a dare qualche frutto. Abbiamo voluto fortemente questa manifestazione, ma abbiamo in mente di allargare il più possibile il nostro bacino, coinvolgendo associazioni e cittadini per cercare di sensibilizzare la popolazione a quelli che sono gli aspetti ecologici dal nostro territorio». E sugli sviluppi annunciati dal governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, Arena è chiaro: «Fare previsioni ora è un po’ azzardato, anche perché i problemi sono seri e atavici, non credo che Occhiuto o chiunque altro abbia la bacchetta magica. Ma è importante comunque iniziare a lavorarci, prendere coscienza della situazione è un passo importante. Se tutti quanti iniziassimo a lavorare nella stessa direzione, probabilmente nel giro di qualche tempo i risultati li vedremo».
Al sit-in non poteva certo mancare “Costa Nostra”, storica associazione del territorio e che da oltre 10 anni è attiva proprio per la salvaguardia del territorio costiero. «Per una problematica così grave – ci racconta Giuseppe Iemme – non potevamo non stare tutti insieme. In questi due anni, complice la pandemia, abbiamo colto l’occasione per ritrovarci, unirci e creare questa sorta di alleanza, una unione che ci consente ora di essere più forti e più rappresentativi per la risoluzione di questa problematica. Lamezia può essere il centro di questa iniziativa, e non è solo il Comune più grande ma anche centrale tra i centri di Pizzo e Gizzeria, Falerna, per la difesa del territorio. Oggi sappiamo che non siamo soli». (redazione@corrierecal.it)
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