COSENZA Oggi ricorre la festa della liberazione, la celebrazione di uno dei giorni più significativi della storia della Repubblica Italiana, la fine dell’occupazione nazifascista avvenuta il 25 aprile 1945, al termine della Seconda Guerra Mondiale. A Cosenza, in piazza Vittoria, alla presenza delle Autorità civili, militari e religiose e di uno schieramento interforze composto da unità dei Carabinieri, dell’Esercito, della Polizia di Stato, del Corpo Forestale, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, della Polizia Provinciale, della Polizia Municipale e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, dinanzi al Prefetto della provincia di Cosenza, Vittoria Ciaramella si è tenuta la cerimonia dell’alza bandiera, la lettura di una preghiera ai Caduti di tutte le guerre e la deposizione di una corona al loro Monumento. Nel pomeriggio, alle ore 18,00 si effettuerà la cerimonia dell’ammaina bandiera. «Oggi la liberazione – ha sostenuto il prefetto Ciaramella – ha un duplice significato: il ricordo della fine della guerra e un messaggio di pace rivolto alle popolazioni oggi coinvolte in un conflitto che auspichiamo possa concludersi presto».
«Oggi celebriamo il 77esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista. Oggi festeggiamo la Libertà e la Democrazia, valori per i quali si sono battuti e per i quali hanno sacrificato la loro vita donne e uomini che si sono uniti e lottato insieme contro il potere dittatoriale, che ha calpestato i valori fondamentali dell’essere umano, dando vita alla gloriosa epopea della resistenza, delle lotte partigiane. Un passato che non possiamo e non dobbiamo dimenticare, ma che anzi è necessario ricordare per tramandarne il significato alle nuove generazioni affinchè diventino cittadini attivi della comunità, contribuendo così alla sua crescita etica e morale, in difesa di quegli ideali di pace, tolleranza, democrazia, libertà, inclusione che hanno mosso i partigiani e che non possiamo dare per scontati. Perchè non lo sono. Da 60 giorni nel cuore dell’Europa si combatte una guerra che ha già provocato oltre 40 mila morti e 13 milioni di profughi. Ma non è la sola che si combatte. Nel mondo c’è ostilità tra popoli ed etnie, c’è ancora oppressione, vessazione, schiavitù morale e sessuale. Ed anche in Italia, non si possono dormire sonni tranquilli. I populismi stanno conquistando la scena della ribalta, nuovi movimenti xenofobi ed estremisti stanno rialzando la testa, tentando di invadere la vita sociale del Paese ed a comprometterne il vivere civile. A questo proposito non possiamo dimenticare quanto accaduto il 9 ottobre 2021.L’assalto alla CGIL non può essere lasciato nel dimenticatoio. Occorre, al contrario, reagire con provvedimenti adeguati ed io credo che sia arrivato il momento che l’Italia adotti una legge che renda perseguibili anche penalmente i reati che si richiamano a comportamenti legati al nazifascismo, che promuove odio e violenza. Per dirla con il compianto Sandro Pertini «il fascismo non può essere considerato una fede politica; il fascismo è l’antitesi delle fedi politiche, il fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche perché il fascismo opprimeva chi non la pensava come lui »Anche per questo motivo io sono convinto che il 25 aprile non può rappresentare solo un giorno di celebrazione, ma debba essere un momento per rinnovare un impegno a tenere alti i valori della democrazia, della liberta, della tolleranza e della Pace, sanciti nella nostra Carta Costituzionale». Questo il messaggio del sindaco di Cosenza, Franz Caruso.
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