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La vicenda

Guerra in Ucraina. Scomparso a Mariupol il figlio della Sgarella

Non si hanno notizie da 24 ore del 29enne adottato dalla donna sequestrata dalla ‘ndrangheta nel 1997. Si era arruolato nell’esercito di Kiev

Pubblicato il: 25/04/2022 – 20:18
Guerra in Ucraina. Scomparso a Mariupol il figlio della Sgarella

MARIUPOL Ivan Luca Vavassori 29enne figlio adottivo di Pietro Vavassori e Alessandra Sgarella è svanito nel nulla. Il 29enne, ex portiere di Pro Patria, Legnano e Bra, era impegnato sul fronte ucraino come volontario nelle brigate internazionali dell’esercito di Kiev. Del giovane si sono perse le tracce da 24 ore da quando il convoglio su cui viaggiava è stato attaccato a Mariupol dalle truppe di Putin. È il nome della madre, deceduta nel 2011 dopo una lunga malattia, che collega la storia del 29enne alla Calabria. Alessandra Sgarella, infatti, fu rapita e imprigionata per dieci mesi dalla ‘ndrangheta nel 1997 proprio quando era in attesa dell’arrivo dalla Russia del figlio adottivo: Ivan Luca. L’allarme per la scomparsa del giovane è scattato sui profili Instagram e Facebook: «Ci dispiace informarvi – si legge – che la scorsa notte durante la ritirata di alcuni feriti in un attacco a Mariupol, due convogli sono stati distrutti dall’esercito russo. In uno di questi c’era forse anche Ivan, insieme col 4° Reggimento. Stiamo provando a capire se ci sono sopravvissuti».

Alessandra Sgarella, all’epoca del rapimento da parte dei clan della ‘ndrangheta nel 1997

La decisione di arruolarsi

Ivan Luca Vavassori aveva comunicato la sua decisione di abbandonare il calcio e di arruolarsi come volontario per difendere l’Ucraina. Una decisione comunicata il 28 febbraio scorso, sui social.
«È difficile come decisione… Ma può aiutare a salvare vite innocenti», aveva scritto in un post accompagnato dalla foto di un cartello in cui si invita ad aderire alla Legione Straniera.
Il benestare per quella decisione è arrivata dall’ambasciata di Kiev in Italia. Così il figlio della Sgarella è entrato parte della “Legione di difesa internazionale Ucraina”, diventando il “comandante Rome”.
Ed era stato lo stesso Ivan a sottolineare i rischi per quella decisione. «La nostra – aveva scritto – sarà una missione suicida perché abbiamo pochissime unità contro un intero esercito, ma preferiamo provare. Quel che importa è morire bene, soltanto allora inizia la vita».
Dal fronte ucraino il 29enne ha continuato a tenere aggiornati i suoi follower su TikTok con una serie di video in cui ha raccontato le sue azioni.
Leggendo uno degli ultimi messaggi ha parlato di una missione organizzata per recuperare materiali e attrezzature riuscita. Infine la decisione adottata assieme alla sua squadra, di sganciarsi dal reggimento per avviare azioni di salvataggio nei territori controllati dai russi. Poi nessuna notizia. Fino al messaggio drammatico in cui si annunciava la sua scomparsa. (rds)

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