KIEV Nel 62esimo giorno di guerra in Ucraina il conflitto non si arresta. Anzi, l’annuncio dell’arrivo di nuove armi dall’Occidente scatena la reazione ferma di Mosca che minaccia il rischio di un’escalation. Secondo il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, infatti lo scoppio di una Terza guerra mondiale è un «pericolo reale», anche se l’ipotesi di un conflitto nucleare è «inaccettabile». Intanto sul fronte, secondo le autorità di Kiev, l’offensiva russa è attiva nel Sud dell’Ucraina e anche nel Donetsk, sulle città di Kramatorsk e Sloviansk, e su Kryvyi Rih nella regione di Kherson. Secondo lo Stato maggiore dell’esercito ucraino, ci sono stati anche attacchi respinti dalla resistenza nell’Est, e in particolare è stato bloccato un avanzamento verso Mykolaiv.
Per il governo britannico è «interamente legittimo» l’uso da parte ucraina di armi fornite dalla Gran Bretagna. Lo ha precisato il viceministro della Difesa, James Heappey, in un’intervista alla Bbc. «In primo luogo – ha detto – è l’Ucraina che decide gli obiettivi non coloro che producono o esportano le armi. In secondo luogo è interamente legittimo perseguire gli obiettivi per distruggere la logistica degli oppositori e le loro forniture, garantendo sempre la salvaguardia dei civili».
Se il governo britannico considera legittimo l’uso da parte di Kiev di armi ricevute dall’Occidente per «colpire in profondità le linee di rifornimento» di Mosca in territorio russo in modo da limitare perdite e distruzione, la Russia potrebbe ritenere altrettanto legittimo prendere di mira «in profondità le linee di rifornimento» ucraino fin «dentro quei Paesi i quali trasferiscono all’Ucraina armi» che pure producono «morte e distruzione». Lo scrive Maria Zacharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, rispondendo sul suo profilo Facebook ad affermazioni del viceministro della Difesa di Londra, James Heappey.
«Il livello di radioattività della centrale nucleare di Chernobyl è “anormale”». Lo sostiene il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). L’occupazione russa di Chernobyl è stata «molto, molto pericolosa», ha aggiunto il capo dell’Aiea, Rafael Grossi, in occasione della visita all’area della centrale nel giorno dell’anniversario della tragedia avvenuta il 26 aprile 1986. «La situazione era assolutamente anormale e molto, molto pericolosa», ha detto ancora. Dal canto suo l’Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell ha commentato su Twitter: «Nel 1986 abbiamo visto a Chernobyl uno dei più orribili incidenti nucleari della storia. Oggi l’aggressione della Russia in Ucraina mette in pericolo la sicurezza nucleare. Chiediamo a Mosca di restituire il controllo della centrale di Zaporizhzhia e di astenersi da qualsiasi azione contro gli impianti nucleari».
L’incontro a Mosca tra il segretario generale delle Nazioni Unite e il ministro degli Esteri russo è stato «molto aperto e onesto», ma è servito d a poco. Antonio Guterres, durante la conferenza stampa congiunta con Lavrov ha ammesso di non avere chiaro quale sia l’obiettivo di Mosca. «È chiaro che ci sono due posizioni diverse: secondo la Russia, quello che sta avvenendo è un’operazione militare speciale con un obiettivo non ancora annunciato. Per l’Onu, l’invasione russa dell’Ucraina è una violazione dell’integrità territoriale».
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto oggi un colloquio telefonico con il capo del Cremlino Vladimir Putin. I due leader hanno discusso degli sviluppi della crisi in Ucraina e della possibilità che la Turchia ospiti un negoziato tra Mosca e Kiev che favorisca un accordo per il cessate il fuoco, dopo che Erdogan negli ultimi due mesi ha ripetutamente insistito per assumere il ruolo di mediatore nella crisi. Il governo turco negli ultimi giorni ha intensificato i contatti diplomatici per riuscire a far sedere allo stesso tavolo i leader di Ucraina e Russia. Solo ieri Erdogan ha ospitato ad Ankara il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, un incontro a margine del quale il presidente turco ha ribadito l’urgenza di un cessate il fuoco.
Il Consiglio di sicurezza della Transnistria ha dichiarato un’allerta rossa terrorismo dopo i tre incidenti delle ultime 24 ore. Lo hanno fatto sapere le autorità dell’autoproclamata repubblica filorussa in Moldavia al confine con l’Ucraina. Il presidente ha indetto la riunione d’emergenza dopo che ieri sera l’edificio del ministero della Sicurezza è stato attaccato con granate, mentre stamane un centro di trasmissione radiofonico con due antenne è stato colpito da esplosioni e un’unità militare di stanza nel villaggio di Parcani è stata presa di mira.
Si tratta dell’autoproclamata Repubblica filo-russa che si trova al confine con l’Ucraina. Per Chisinau, si è trattato di episodi volti ad aggravare la situazione in Transnistria, con l’obiettivo di creare «pretesti per un’escalation della situazione della sicurezza».
Il Cremlino «segue da vicino» la situazione in Transnistria e le notizie che arrivano sono «preoccupanti». Lo ha sottolineato il portavoce Dmitri Peskov, alla luce dei tre attacchi «terroristici» denunciati dalle autorità di Tiraspol nelle ultime 24 ore. «Al momento, non sono stati previsti contatti» tra il presidente russo Vladimir Putin e l’omologa moldava Maia Sandu, ha aggiunto Peskov. La Moldavia, che non riconosce l’autoproclamata repubblica filorussa che confina con l’Ucraina, ha indetto una riunione del Consiglio supremo di sicurezza, dopo che ieri aveva lanciato l’allarme su incidenti visti come «pretesti per creare una escalation».
Due missili da crociera lanciati dall’esercito russo hanno volato a bassa quota questa mattina sopra la centrale nucleare di Zaporizhzhia a Energodar, nell’Ucraina sud-orientale. Lo riferisce il servizio stampa di Energoatom, l’operatore nucleare statale dell’Ucraina, citato da Ukrinform. «Il sorvolo di missili a bassa quota proprio sopra il sito della centrale, dove si trovano sette impianti nucleari, comporta rischi enormi. I missili possono colpire uno o più impianti nucleari, è una minaccia di catastrofe nucleare e radioattiva per tutto il mondo», ha detto il Ceo di Energoatom Petro Kotin.
Il governo tedesco autorizzerà l’invio di carri armati all’Ucraina: lo riferisce una fonte governativa. A Kiev verranno inviati carri armati del tipo ‘Cheetah’, usati per la difesa antiaerea, ha precisato la fonte. Si tratta di un importante punto di svolta nella politica – finora improntata alla prudenza – seguita da Berlino nel suo sostegno militare all’Ucraina, commentano alcuni osservatori.
La Cina non sta cercando la terza guerra mondiale e lancia un appello per un accordo di pace in Ucraina. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri come riportato la Tass.
x
x