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«Sanità, passa l’ultimo treno per la Valle dell’Esaro»

Questa settimana, il Presidente della Regione e Commissario ad Acta per il Piano di Rientro ha annunciato che presenterà al Governo il nuovo Piano Operativo Regionale per la sanità. Gli ex ospedal…

Pubblicato il: 26/04/2022 – 17:26
di Comitato Articolo 32
«Sanità, passa l’ultimo treno per la Valle dell’Esaro»

Questa settimana, il Presidente della Regione e Commissario ad Acta per il Piano di Rientro ha annunciato che presenterà al Governo il nuovo Piano Operativo Regionale per la sanità. Gli ex ospedali di Praia a Mare, Trebisacce e Cariati torneranno a far parte della rete ospedaliera regionale, anche se ancora non si sa il modello organizzativo che sarà attuato ed i reparti saranno messi in funzione.
La riapertura di Praia e Trebisacce è conseguenza dalle sentenze del Consiglio di Stato che hanno sancito la nullità delle chiusure decretate nel 2010. Nelle motivazioni delle sentenze si legge chiaramente l’impossibilità di garantire i LEA nei territori interessati a causa della conformazione orografica del territorio, della viabilità difficoltosa e dei tempi di percorrenza verso il Pronto Soccorso più vicino.
Anche il Comune di San Marco Argentano, durante l’amministrazione guidata da Alberto Termine, aveva fatto ricorso contro la chiusura del “Pasteur”, impugnando tempestivamente il DPGR 18/2010. Tuttavia, il ricorso è stato respinto dal TAR a causa della mancata notifica ai Ministeri della Salute e dell’Economia. A posteriori, un errore abbastanza grossolano da parte del consulente legale in carica che ha complicato quasi irreversibilmente il percorso di questa vertenza. Oggi, la notizia del reintegro degli ospedali chiusi è di particolare rilievo anche per la Valle dell’Esaro e potrebbe rappresentare una nuova opportunità per riattivare il Pasteur.
Considerato che le condizioni oro-geografiche della Valle dell’Esaro sono del tutto simili a quelle dei territori di Praia a Mare e Trebisacce, che la precarietà delle reti di trasporto non assicura il raggiungimento di un Pronto Soccorso nei 60 minuti previsti dalla legge e preso atto che la Regione Calabria è ben lontana dal raggiungere il limite massimo di 3,7 posti letto in media ogni 1.000 abitanti, il Comune di San Marco insieme agli altri 14 del Distretto avrà nuovamente l’occasione di impugnare di fronte al TAR il Piano Operativo Regionale una volta che verrà trasformato in Decreto del Commissario ad Acta. Ci saranno solo 60 giorni per farlo, pertanto è necessario preparare da ora la strategia.
Questa è l’unica, forse l’ultima, opportunità per avere l’Ospedale di Base di cui questo territorio ha tanto bisogno. Se i Sindaci non agiranno verso questa direzione dovranno confrontarsi con la propria coscienza, con i propri concittadini e soprattutto assumersi la responsabilità di affermare pubblicamente: “Noi l’ospedale non lo vogliamo!”.
Come abbiamo ribadito in più occasioni, senza Pronto Soccorso si muore e senza sanità pubblica le classi deboli non si curano e le classi medie arricchiscono gli speculatori. Le testimonianze che arrivano dal Pronto Soccorso dell’Annunziata, come recentemente quella di Rosita Terranova, fanno capire che non si possono più accettare passivamente le scelte delle istituzioni, ma bisogna impegnarsi in prima persona affinché le cose cambino. I Sindaci hanno il dovere di fare tutto il necessario per tentare la strada già percorsa da altri. Gli effetti nefasti della chiusura di 18 ospedali sono sotto gli occhi di tutti, il Piano di Rientro in 12 anni ha avuto come unici effetti: il blocco delle assunzioni, il soffocamento
delle strutture sanitarie esistenti e la massima tassazione regionale per i calabresi. Non si può più accettare lo status quo, è – per tutti – l’ora di agire.

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