CROTONE Arrivano i soldi per l’alluvione dell’autunno 2020 e al Comune di Crotone si discute vivacemente su chi ha i titoli per espletare le procedure di assegnazione dei fondi a chi ha presentato la pratica. Nel palazzo comunale si racconta di una discussione vivace avvenuta questa mattina tra alcuni amministratori e dirigenti. Argomento della discussione era la costituzione del gruppo di lavoro per individuare i soggetti a cui destinare i fondi. A Crotone sono stati assegnati circa due milioni e mezzo di euro da destinare ad aziende e famiglie, che hanno subito danni alluvionali. In sostanza si tratta di un ristoro e non di un risarcimento del danno quantificato. Una prima trance assegnata dalla Regione Calabria che, sulla carta, dovrebbe essere seguita da altre somme. Con i fondi attuali alle aziende, infatti, possono essere assegnati un massimo di 20.000 euro e alle famiglie di 5.000 euro. Poca roba perché ci sono aziende che hanno quantificato danni per oltre 400.000 euro. I 20.000 euro dovrebbero servire semplicemente per evitare il fallimento e tirare a campare. Secondo quanto riferito l’amministrazione avrebbe inteso suggerire la composizione del gruppo di lavoro, indicando i nomi dei dipendenti che dovrebbero farne parte. Una procedura che non avrebbe avuto la condivisione dei dirigenti che, a questo punto, avrebbero deciso di non dare la disponibilità ad occuparsi della questione. Il rifiuto da parte dei dirigenti a gestire l’assegnazione dei fondi avrebbe provocato la reazione degli amministratori. Intorno alle 11 di questa mattina nei corridoi del palazzo comunale si sono sentite le voci di discussione accese. Alla fine è stato deciso di assegnare l’incarico di occuparsi delle pratiche all’ingegnere Salvatore Gangemi, dirigente con delega alla Protezione civile. A questo punto Gangemi dovrebbe utilizzare la forza lavoro del settore della Protezione civile, che ha un solo dipendente oltre al dirigente, mentre la gestione delle pratiche richiedono competenze anche nel settore Urbanistico. I danni non possono essere riconosciuti ad abitazioni e altre strutture che magari non sono in regola con le normative edilizie. Il primo scoglio da superare, quindi, è quello di dare vita al gruppo di lavoro che dovrà esaminare le pratiche. Al momento le attività sono tutte ferme perché è in corso l’organizzazione dell’annuale e tradizionale fiera mariana, che si tiene a cavallo tra la seconda e la terza settimana di maggio. La delicatezza delle pratiche del ristoro alluvione richiede la massima attenzione per cui quasi sicuramente ci vorrà l’inizio del prossimo autunno per assegnare i fondi. Sempre che, nel frattempo, non vi siano anche intoppi burocratici.
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