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Da Gratteri ministro per qualche ora alla soppressione del tribunale di Rossano: le rivelazioni di Palamara

Reading a Corigliano Rossano del libro Lobby e Logge. «Rossano chiuso per interessi di chi era stato inizialmente il titolare di Castrovillari»

Pubblicato il: 27/04/2022 – 7:09
di Luca Latella
Da Gratteri ministro per qualche ora alla soppressione del tribunale di Rossano: le rivelazioni di Palamara

CORIGLIANO ROSSANO Le verità «indicibili» sulle correnti e le spartizioni di potere all’interno della magistratura; quel “sistema”, ovvero quella «ragnatela oscura di logge e lobby che da sempre avviluppa imprenditori, faccendieri, politici, alti funzionari statali, uomini delle forze dell’ordine e dei servizi segreti, giornalisti e, naturalmente, magistrati» e che rappresentano un pezzo di storia d’Italia, sono stati al centro della presentazione del libro “Lobby e Logge”, seconda intervista di Alessandro Sallusti a Luca Palamara.
Logge e lobby che decidono se avviare o affossare indagini e processi e che, come scrive Sallusti, «usano la magistratura e l’informazione per regolare conti, consumare vendette, puntare su obiettivi irraggiungibili, fare affari e stabilire nomine per cambiare, il corso naturale e democratico delle cose».
La presentazione del volume a Palazzo San Bernardino a Corigliano Rossano, organizzato dalla Mondadori Store e coordinato dalla giornalista Anna Russo – al netto delle polemiche anche aspre sul patrocinio offerto dal Comune di Corigliano Rossano all’evento e sui saluti previsti del sindaco Stasi, poi assente – è servita anche come spunto per l’attualità. Con l’ex magistrato, radiato dall’ordine giudiziario nel 2020 a seguito dell’indagine sul suo ruolo di mediatore all’interno del sistema delle correnti della magistratura, c’era anche il senatore Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare Antimafia.
Tanti, si diceva, i temi di attualità affrontati nell’occasione del reading e qualche passaggio divenuto ormai storico. «Nel 2014 – racconta Morra – rimaniamo tutti stupiti dei motivi per i quali Renzi va a colloquio con Napolitano con la lista dei ministri su cui è segnato anche il nome di Nicola Gratteri. Al presidente della repubblica spetta il potere di ratifica ma un incontro che sarebbe dovuto durare poco tempo si è allargato ad alcune ore: c’è stata qualche pressione?» chiede a Palamara. «Alcune inchieste giudiziarie – prosegue nella domanda il presidente della Commissione Antimafia – hanno avuto epiloghi infelici perché hanno toccato i fili dell’alta tensione. Ho l’impressione che la candidatura di Gratteri alla Procura nazionale salterà per l’esistenza di questo sistema».
«È il 2013 – risponde Luca Palamara – e in quegli anni si determina il cambiamento, quella rottamazione del mondo della sinistra che ha riflessi anche nella magistratura. Renzi decide di scegliere un magistrato che non ha mai fatto parte di quelle correnti e lo propone a Napolitano. L’idea di Gratteri ministro della Giustizia avrebbe scosso il mondo della magistratura e quelli che si accreditavano con Napolitano, coloro i quali invitano Renzi a depennare il nome di Gratteri da quel foglietto. Gratteri viene in qualche modo osteggiato, stoppato dal sistema che non lo ritiene funzionale».
Il presidente della Commissione Antimafia cita poi anche l’operazione Magnifica, lo scandalo che ha colpito nei giorni scorsi l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. «Sono rimasto basito dal leggere le intercettazioni – dice ancora Morra – e due rettori che si spingono a dire che il concorso di ricercatore lo debbano vincere “due cessi”. Tutto questo – è il suo commento – non ha destato alcuna indignazione perché è la normalità».
Non poteva mancare l’accenno alla chiusura dello storico tribunale di Rossano, avvenuta ormai quasi dieci anni fa.
«La soppressione dei tribunali, tra cui quello di Rossano – racconta l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati – si è inserita in una stagione nella quale si è voleva rivedere la geografia giudiziaria. Come spesso avviene nelle cose italiane e in questa regione, la Calabria ne esce penalizzata da questi meccanismi, nonostante le realtà importanti. Penso alla corte d’appello di Reggio Calabria, quella di Catanzaro: credo siano state sempre tenute al centro dell’attenzione. Ma è vero, capita che siano sacrificate realtà rilevanti anche su quei terreni in cui la criminalità impedisce di abbassare la guardia».
Sul foro rossanese, Nicola Morra rivela qualche passaggio, tanto chiacchierato negli anni ma mai affrontato pubblicamente.
«Il provvedimento sulla geografia giudiziaria voluto dal governo Monti può essere rivisto anche in funzione di alcune specifiche caratteristiche del territorio jonico. La soppressione del tribunale di Rossano – ammette Morra – ha di fatto favorito Castrovillari, tribunale in cui ci sono stati interessi da parte di chi era stato titolare di quel palazzo di giustizia inizialmente».
Ammissioni che a quasi dieci anni di distanza non restituiscono il maltolto e non placano la sete di giustizia di un territorio che ha solo potuto subire uno scippo che rimarrà nella storia – locale – della Repubblica.

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