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«La rivoluzione del doppio cognome»

Superando una visione patriarcale della famiglia i giudici della Corte Costituzionale hanno sancito che il figlio potrà assumere il cognome di entrambi i genitori nell’ordine da loro concordato, a…

Pubblicato il: 28/04/2022 – 18:32
di Giusy Raffaele
«La rivoluzione del doppio cognome»

Superando una visione patriarcale della famiglia i giudici della Corte Costituzionale hanno sancito che il figlio potrà assumere il cognome di entrambi i genitori nell’ordine da loro concordato, a meno che non decidano consensualmente di attribuire solo il cognome di uno dei due. L’attribuzione automatica del cognome del padre è stata considerata oltre che illegittima, discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico. Una sentenza storica squisitamente contemporanea quella della Corte Costituzione, che prende le mosse dalla battaglia condotta da una giovane coppia lucana per il nome dei tre figli: in sostanza ai primi due figli era stato attribuito il cognome materno mentre per il terzo, nato dopo il matrimonio dei genitori, era stato assegnato ipso iure il cognome del padre. La coppia si era vista negare questa possibilità dagli uffici comunali della propria città. La Corte d’Appello di Potenza ha dichiarato rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale delle norme che prevedono l’attribuzione automatica del cognome del padre al bambino, sia per i figli nati fuori dal matrimonio che per quelli nati nel matrimonio e per i figli adottivi e ha investito della questione la Corte costituzionale. E’ dal 2017 che in Italia era già possibile affiancare al cognome del padre quello della madre per i figli, ma solo attraverso una procedura amministrativa stabilita dal ministero dell’Interno. Con questa sentenza si è stabilito che, se i genitori vogliono trasmetterli entrambi, possono scegliere anche di mettere per primo quello della madre. In molti altri paesi europei esistono leggi che riflettono lo stesso principio: la possibilità di attribuire al proprio figlio o alla propria figlia al momento della nascita il cognome paterno, materno o quello di entrambi i genitori.
In Francia, in mancanza di un accordo tra i genitori, vengono apposti entrambi i cognomi in ordine alfabetico, mentre in Lussemburgo è previsto un sorteggio. In Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia e Austria, in mancanza di indicazioni, viene apposto d’ufficio il cognome della madre.
La Spagna rappresenta a sua volta un’eccezione: c’è infatti la regola del “doppio cognome”, per cui i figli portano il primo cognome di entrambi i genitori. Nel Regno Unito ci si spinge ancora più in là con la possibilità dei genitori di stabilire un cognome diverso dai propri. I giudici della Corte hanno il merito di segnare  un passo in avanti per il raggiungimento della parità tra uomo e donna, e per il superamento di quella concezione della famiglia incentrata sulla figura del pater familias, frutto di quel pensiero integralista-cattolico che concepisce la donna come “donatrice del corpo” e l’uomo come unico depositario titolato a tramandare l’appartenenza ad una storia e alla comunità. D’altronde una verità oggettivamente indiscutibile, al di là dell’aspetto puramente burocratico della questione del doppio cognome, è che “Essere madre è una certezza”! Ora la parola passa ai legislatori.

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