RENDE Il Pnrr è davvero la “grande occasione” per riparare i danni sociali ed economici della pandemia e per ridurre il divario civile e produttivo tra Nord e Sud? 230 miliardi di spesa pubblica, di cui più di 82 destinati al Mezzogiorno, da investire entro il 2026, a cui si aggiungeranno altre decine di miliardi derivanti dai bilanci ordinari e dalle politiche europee, saranno in grado di conseguire il superamento delle disuguaglianze territoriali e sociali? La spesa pubblica in sé, come è noto, è soltanto una delle condizioni abilitanti dei processi di trasformazione. Altri fattori sono altrettanto importanti per sostenere cambiamenti duraturi. Per curare e cambiare un Paese non basta la sola spesa pubblica, c’è bisogno di una visione, di un disegno condiviso di cambiamento possibile, di mete mobilitanti, di raccolta di conoscenze, bisogni e “sogni” diffusi. Tanto più quando un Paese, come l’Italia, è allo stesso tempo estremamente variegato e afflitto da storiche e severe fratture sociali e territoriali. Nel Pnrr non ci sono tracce esplicite di un progetto di cambiamento “attivo” del Mezzogiorno né si individuano gli attori per costruirlo e una strategia coordinata tra soggetti e interventi. Il rischio è che, come in altre occasioni, anche nel caso del Pnrr a dominare saranno le sollecitazioni esterne connesse alle risorse finanziarie del Piano, la spontaneità e la puntiformità dei mutamenti legati ai singoli investimenti, la bassa o nulla unitarietà strategica degli investimenti. Sarà in grado il PNRR di attivare nel Sud processi di innovazione economica, istituzionale, amministrativa, progettuale e gestionale tali da cambiare nel giro di pochi anni il volto socio-economico e civile della società meridionale? Saranno in grado i Comuni e le amministrazioni locali del Sud di cogliere le opportunità finanziarie del Piano? Cosa è ancora possibile fare per far sì che il PNRR da occasione si trasformi in una leva effettiva di cambiamento e trasformazione degli assetti civili e produttivi del Mezzogiorno? Sono questi gli interrogativi che animeranno la tavola rotonda su il “PNRR visto da Sud” organizzata dalla Scuola superiore di scienze delle amministrazioni pubbliche dell’Università della Calabria, nell’ambito della terza edizione della Scuola di politiche – Contact Calabria curata dal Dipartimento di scienze politiche e sociali e che vedrà la partecipazione di autorevoli studiosi e osservatori come Carlo Borgomeo (Fondazione con il Sud), Marco Esposito (Giornalista de Il Mattino) e Gianfranco Viesti (Università di Bari).
x
x