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Lamezia, sfruttavano i dipendenti: imprenditori patteggiano la pena

Dieci mesi e 20 giorni di reclusione per i titolari di un’attività. Minacce di licenziamento se i dipendenti non avessero rinunciato a metà ferie

Pubblicato il: 28/04/2022 – 11:51
Lamezia, sfruttavano i dipendenti: imprenditori patteggiano la pena

LAMEZIA TERME Due imprenditori – Saveria Goldoni, 72 anni, e Angelo Maset, 75 anni – hanno patteggiato una pena di dieci mesi e 20 giorni di reclusione e 600 euro di multa con sospensione della pena e non menzione della condanna a conclusione del processo, davanti al giudice per le indagini preliminari di Lamezia Terme, Domenico Riccio, che li vedeva imputati per avere sfruttato nove dipendenti della loro attività, arrivando anche a minacciarle di licenziamento se non avessero rinunciato alla metà delle ferie e della quattordicesima. Il Tribunale, recependo la tesi del difensore degli imputati, Francesco Gambardella, ha assolto i due dal reato di autoriciclaggio. Il giudice ha tenuto conto anche del risarcimento operato dagli imputati in favore delle lavoratrici sfruttate, ammontante ad un totale di circa 120mila euro.
I due imprenditori erano stati indagati a conclusione di una indagine coordinata dalla Procura guidata da Salvatore Curcio e condotta dalla Guardia di finanza di Lamezia Terme. Nella fase preliminare delle indagini le Fiamme gialle lametine avevano sequestrato somme di denaro per 187mila euro ritenute l’equivalente del profitto illecito ricavato dagli imputati con le loro condotte di sfruttamento. Il gup ha deciso per il dissequestro del denaro poiché gli imputati hanno fornito prova di aver risarcito le loro vittime.

La vicenda e le indagini

La “Rusticherie Mediterranee di Goldoni Saveria snc”, locale situato all’interno del Centro commerciale “Due Mari”, dal 2016 al 2019 avrebbe sfruttato i propri dipendenti sottraendo dal loro stipendio migliaia di euro. La Guardia di finanza di Lamezia Terme, Nucleo Operativo e Nucleo Mobile, ha controllato che in tre anni a 9 dipendenti (otto donne e un uomo) sarebbe stata operata una riduzione sullo stipendio dai 12mila fino ai 29mila euro. Un esposto anonimo giunto alle Fiamme gialle ha fatto scattare le indagini.

Si arrivava a lavorare anche sette giorni su sette

Tra i dipendenti c’era chi lavorava sei giorni su sette, per 39 ore settimanali, senza contare che ad agosto e dicembre si lavorava sette giorni su sette perché sono i periodi in cui il Centro commerciale è maggiormente frequentato. Il tutto per venire retribuiti come se si lavorasse per quattro ore giornaliere (nessuna indennità per le festività e le domeniche) e sentirsi rispondere, alla richiesta di spiegazioni, che al momento le cose sono così. Matrimoni e gravidanze venivano visti come bestie nere. A una dipendente è stato detto che se voleva fare un figlio prima avrebbe dovuto chiederlo a Maset che avrebbe provveduto o a licenziarla o a darle la scelta di andarsene da sola se avesse voluto avere la disoccupazione. Vite completamente assorbite dal lavoro mal pagato. Vite assoggettate psicologicamente dai padroni che pretendevano di inserirsi nelle decisioni più intime dell’esistenza dei dipendenti. Persone che venivano aggredite se decidono di sposarsi ad agosto (proprio nel mese in cui si deve lavorare di più). Il patteggiamento avvenuto davanti al gup arriva a pochi giorni dalla festa dei lavoratori e manda un segnale importante: se si denuncia è possibile ottenere giustizia. (ale. tru.)

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