ROMA Si è diffusa nelle scorse ore la notizia della morte di Mino Raiola. Il popolare agente sportivo, protagonista di alcune delle più importanti operazioni di calciomercato degli ultimi 15 anni, era malato da tempo. A gennaio la Bild aveva diffuso la notizia di un suo ricovero d’urgenza, poi le sue condizioni erano rimaste riservate. Il 12 gennaio scorso erano trapelate indiscrezioni sulle sue condizioni di salute preoccupanti: era stato ricoverato e operato all’ospedale “San Raffaele” di Milano per una patologia polmonare non legata al Covid. La notizia della morte è stata smentita. «Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo». Così Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele commenta le voci sullo stato di salute del procuratore Mino Raiola ricoverato all’ospedale San Raffaele dove a gennaio scorso era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per problemi polmonari».
«Per chi si chiede del mio stato di salute: sono incazzato, è la seconda volta in 4 mesi che mi danno per morto». È quanto si legge in un tweet comparso pochi istanti fa sul profilo Twitter ufficiale di Mino Raiola. «Sembra siano in grado di rianimarmi», si legge ancora nel tweet.
Nato a Nocera Inferiore, è cresciuto in Olanda dove ha lavorato nella pizzeria di famiglia prima di intraprendere la carriera di procuratore sportivo, inizialmente con le deleghe di alcuni calciatori olandesi come Bergkamp e Jonk e poi allargando sempre più la sua sfera fino a diventare uno degli agenti più potenti e temuti del calcio globale. Da Ibrahimovic a Robinho, da Pogba a Balotelli, da Lukaku a De Ligt, solo per citare alcuni dei trasferimenti principali con l’intermediazione di Raiola, che nel 2020 arrivò a guadagnare 85 milioni di dollari secondo Forbes. Negli ultimi anni Raiola, assieme a Mendes, Barnett e Manasseh, ha creato un’associazione di super procuratori in aperto contrasto con la Fifa e il suo proposito di riformare la categoria.
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