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«Gratteri il più idoneo per attitudini e merito a diventare Procuratore nazionale antimafia»

Le valutazione nella relazione del Csm. La scelta il prossimo 4 maggio: «Esperienza professionale non equiparabile a quella di nessun candidato»

Pubblicato il: 29/04/2022 – 16:40
«Gratteri il più idoneo per attitudini e merito a diventare Procuratore nazionale antimafia»

ROMA Il prossimo 4 maggio la Quinta Commissione del Consiglio superiore della magistratura (Csm) dovrebbe svelare il nome del nuovo Procuratore Nazionale Antimafia, che succederà a Federico Cafiero De Raho. Nella relazione di circa 600 pagine che espone pratiche e valutazioni dei componenti della commissione è contenuto l’esame di ogni singolo candidato giunto fino a questa fase. Sul tavolo rimangono quindi i nomi di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro; Giovanni Russo, procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia e il procuratore di Napoli Giovanni Melillo. Tra questi, dall’esame dei fascicoli emerge come Nicola Gratteri sia per ora ritenuti «il più idoneo, per attitudini e merito, al conferimento dell’ufficio messo a concorso». La valutazione della commissione è affidata al consigliere laico Fulvio Gigliotti, eletto alla Camera dei Deputati con il Movimento Cinque Stelle. La relazione, parte dal parere attitudinale «altamente positivo» espresso dal Consiglio giudiziario presso la Corte d’Appello di Catanzaro, che segue le esperienze della lunghissima carriera di Gratteri, partita dal lontano 1991, nonché la «continuativa attività di indagine e accertamenti su fenomeni mafiosi, a carattere nazionale e internazionale».

L’attività giuridica e scientifica

Tra i pareri elogiativi formulati nel corso della carriera di Gratteri viene segnalato quello risalente al 2014, dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria che lo descrive come «magistrato di eccezionale esperienza ed eccellente capacità investigativa oltre che di elevatissima preparazione giuridica» in particolare declinate sul fronte del contrasto alla ‘ndrangheta, «non più ristretta sul piano locale» ma «estesa in tutto il mondo». Un’attività intensa, che lo vede da anni sotto scorta «perché più volte oggetto di minacce e di progetti di attentati riguardanti anche i membri della propria famiglia».
Doti che è riuscito a portare con sé nel passaggio alla guida dell’Ufficio inquirente di Catanzaro, dove si è distinto «per l’assoluta disponibilità e la totale dedizione». «Intensa», in parallelo, all’attività giudiziaria, anche l’attività scientifica svolta in collaborazione con Antonio Nicaso che li ha portati a redigere numerose pubblicazioni. Infine viene sottolineata l’integrità nell’esercizio dei doveri d’Ufficio e, di converso, «nessuna criticità».

Trattazione dei procedimenti in materia di criminalità organizzata

Il Csm, nel procedere analiticamente alla valutazione prende in esame alcuni indicatori specifici. Tra questi vengono prese in esame le svariate inchieste e successivi procedimenti in materia di contrasto alla ‘ndrangheta. «Già nel corso del servizio prestato, dal 1991 al 1995, presso la Procura di Locri – ufficio requirente di natura non distrettuale –, il candidato (Gratteri, ndr) si è largamente occupato di processi per reati associativi (soprattutto in materia di traffico illecito di stupefacenti) e per reati di criminalità organizzata di carattere internazionale, venendo applicato in regime di continuità alla Procura distrettuale di Reggio Calabria». Un impegno rimarcato durante l’attività alla Dda di Reggio Calabria dove entra come sostituto procuratore e si occupa degli affari delle cosche dell’area Jonica.
Nel 2009 assume l’incarico di procuratore aggiunto al Tribunale di Reggio Calabria dove istruisce procedimenti «di primissimo rilievo» tra cui il filone calabrese di “Crimine”.
«L’impegno diretto del dott. Gratteri – si legge poi – nella trattazione di procedimenti in materia di criminalità organizzata di stampo mafioso è proseguito anche dopo l’assunzione dell’attuale incarico direttivo di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro», da maggio 2016 ad oggi. «Merita menzione, su tutti, per il suo spiccato rilievo» il procedimento originato dall’operazione “Rinascita Scott” «istruito dal dott. Gratteri in cointestazione con i sostituti titolari dell’area Dda del circondario di Vibo Valentia. Le attività investigative si sono concluse con l’emissione di un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 334 indagati, eseguita nel dicembre 2019, a seguito del deposito di una voluminosissima richiesta dell’ufficio di Procura (di oltre 13mila pagine)».
Non vanno però dimenticati, secondo la relazione, anche altre tipologie di procedimenti istruiti da Gratteri come quelli in materia di terrorismo, che sono arrivati ad abbracciare scenari internazionali, e quelli riguardanti specifici settori come ad esempio quello del contrasto al narcotraffico internazionale, che richiede particolari competenze di coordinamento investigativo.
«Il dott. Gratteri si è trovato di fronte alla costante necessità di doversi interfacciare, in tempo reale, e su più versanti, con diversi ordinamenti giudiziari, al fine di procedere a quell’attività di cooperazione internazionale nella persecuzione del crimine indispensabile in tale tipo di indagini». Il quadro tracciato dal Viminale è di 160 organizzazioni criminali (e oltre 4mila affiliati) operati in questo settore, circostanza che ha portato Gratteri ad ampliare l’organico destinandovi 16 magistrati.

L’audizione del 5 aprile 2022: proposte di Gratteri per la Dna

Durante l’audizione tenuta dai candidati al ruolo di Pna davanti alla quinta commissione, Gratteri ha avuto modo di illustrare alcuni profili che a suo avviso dovrebbero maggiormente caratterizzare l’attività della Dna. Tra questi si segnalano: la necessità di ampliare i poteri di impulso alle indagini di natura preventiva; la decisiva importanza dei colloqui investigativi con soggetti detenuti o in stato di libertà; l’urgenza di favorire il recupero, per le Autorità Giudiziarie italiane e per le Polizie Giudiziarie nazionali, di un ruolo di primaria importanza a livello internazionale nel terreno del contrasto alle mafie; l’opportunità di un più lineare raccordo tra la Dna e le Direzioni Distrettuali Antimafia; l’utilità di intensificare le applicazioni dei sostituti della Dna alle varie Direzioni Distrettuali Antimafia, anche e soprattutto nella fase delle indagini preliminari dei procedimenti nei quali viene disposta l’applicazione; l’importanza strategica da attribuire al “Gruppo stragi” della Dna, al fine di favorire un sempre più ampio coordinamento unitario del delicato settore.  

La comparazione con gli altri candidati

Dall’analisi comparativa, scrive il Csm, emerge come la preferenza accordata nei confronti di Gratteri trovi fondamento «oltre che su un eccellente profilo di merito, sul possesso di indicatori specifici di particolare pregnanza nella prospettiva funzionale dell’incarico oggetto di conferimento» benché tutti i candidati presentino profili professionali elevatissimi a detta dei commissari. Tuttavia «è proprio la valutazione delle preminenti esigenze funzionali dell’Ufficio oggetto della presente procedura (di impulso e coordinamento con riguardo alle indagini di Dda e delle procure antiterrorismo, ndr) che porta a ritenere che nel profilo di Gratteri siano presenti quei requisiti attitudinali che lo rendono in concreto il più idoneo a ricoprirlo».
Per la relazione, Gratteri, «oltre a svolgere funzioni requirenti da oltre trentuno anni, vanta una lunghissima esperienza professionale, non equiparabile a quella di nessun candidato, nella trattazione dei procedimenti in materia di criminalità organizzata, con particolare riferimento (ma non solo) alle organizzazioni criminali riconducibili alla ‘ndrangheta calabrese» e negli anni «ha avuto modo di acquisire e affinare importantissime competenze organizzative in materia di coordinamento di indagini», che hanno visto coinvolte diverse autorità giudiziaria di volta in volta. (redazione@corrierecal.it)

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