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Maladepurazione nel Reggino, giro di vite dell’Arma: sequestrati 3 impianti e 29 attività produttive – VIDEO

Il bilancio dell’operazione “Deep 1” dei carabinieri: in totale sanzioni per 400mila euro, 51 le denunce, coinvolti anche amministratori pubblici

Pubblicato il: 29/04/2022 – 11:27
Maladepurazione nel Reggino, giro di vite dell’Arma: sequestrati 3 impianti e 29 attività produttive – VIDEO

REGGIO CALABRIA Quattordici depuratori non a norma e sanzionati, 3 dei quali sequestrati oltre a una stazione di sollevamento delle acque reflue e un canale collettore, e 29 attività produttive sequestrate. E’ questo il bilancio dell’operazione “Deep” condotta contro l’inquinamento ambientale dai carabinieri in provincia di Reggio Calabria, con il supporto dei militari dell’Arma Forestale e dei Cacciatori. Il bilancio dell’operazione è stato presentati in una conferenza stampa al Comando provinciale dell’Arma di Reggio Calabra, conferenza stampa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, anche il comandante regionale dei carabinieri, generale Francesco Salsano, e il comandante regionale dei carabinieri forestali, colonnello Giorgio Maria Borrelli «In particolare – è stato spiegato dai militari dell’Arma nell’incontro con i cronisti – sono stati controllati 48 impianti di depurazione: 14 di essi non si presentavano “a norma” e, di questi ultimi, ne sono stati sequestrati 3 oltre a una stazione di sollevamento delle acque reflue e un canale collettore (per violazioni della normativa in materia di gestione degli impianti e omesso smaltimento di fanghi); 42 attività produttive, 29 delle quali sottoposte a sequestro (5 cementifici, 14 autolavaggi, 2 autofficine, 2 lavanderie industriali e 6 imprese agricole) per plurime violazioni in ordine alla normativa di settore. Sono stati, inoltre, eseguiti in totale 84 campionamenti di acque di fanghi da depurazione, i cui esiti saranno inviati e sottoposti al vaglio dell’autorità giudiziaria competente per l’emissione di eventuali provvedimenti. Risultano contestate ingenti sanzioni pecuniarie per un complessivo di circa 400.000,00 euro e deferite all’autorità giudiziaria 51 persone». Secondo quanto riferito dai carabinieri in conferenza stampa, risultano coinvolti anche amministratori pubblici. Nell’ambito dell’operazione “Deep 1”, i militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria hanno eseguito perlustrazioni in territorio impervio, risalendo alcuni corsi d’acqua, tra cui i fiumi Mesima e Petrace che sfociano sulla costa tirrenica, il torrente Caserta e la Fiumara Annunziata a Reggio Calabria, nonché i torrenti nella piana di Gioia Tauro e nella Locride, fino alle sorgenti nell’eventualità che alcune aziende, distanti anche centinaia di metri dal torrente, attraverso tubazioni abusive possano sversare liquami direttamente nell’alveo fluviale. L’operazione “Deep 1” mira alla prevenzione ed al contrasto dell’inquinamento ambientale. «Basti pensare – specifica l’Arma – che nel 2019 in Calabria sono state dichiarate 34.072 tonnellate di fanghi regolarmente trattati a fronte di una popolazione di un milione e 860mila abitanti mentre, a titolo meramente indicativo, sono state 90.660 invece le tonnellate dichiarate, sempre nel 2019, per un milione e 600mila abitanti nella regione Sardegna e, ancora, 299.814 tonnellate di fanghi trattati dalla Puglia nello stesso anno a fronte di circa 4 milioni di abitanti». Il blitz di queste ultime ore – hanno poi spiegato i carabinieri – «rappresenta solo l’inizio di una più complessa strategia di protezione dell’ambiente e della natura che vedrà impegnati i carabinieri della Calabria anche nei prossimi mesi non solo nel contrasto all’inquinamento acqueo, che comunque interesserà gradualmente tutti i tratti costieri della Regione, ma anche nella lotta ad ogni forma di compromissione dell’habitat naturale dal suolo all’aria, dai centri urbani alle foreste. Prova di questo impegno costante dell’Arma in Calabria sono i dati riferiti al contrasto ad ogni forma di inquinamento relativi agli ultimi mesi: sono state riscontrate irregolarità in 37 siti, ritenuti potenzialmente inquinanti, tra cui 5 tra impianti di depurazione, vasche di contenimento fanghi e attività produttive inquinanti, 2 centri di raccolta di rifiuti, 2 lavanderie industriali, 2 officine e 6 esercizi commerciali. In tali occasioni, le irregolarità più frequentemente riscontrate sono state la violazione di norme generali poste a tutela dell’Ambiente, con particolare riferimento all’abbandono illecito, lo smaltimento e il traffico di rifiuti speciali, la gestione non autorizzata di rifiuti, lo sversamento di liquami inquinanti che hanno portato alla denuncia di 36 soggetti ritenuti responsabili della condotta offensiva verso il patrimonio ambientale». (redazione@corrierecal.it)

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