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Palmi al voto. Ranuccio punta sull’asse turismo-cultura. Barone: «Candidato per tenere unito il centrodestra»

A 20.20 confronto tra i candidati sindaco. Per l’uscente «no a simboli partitici sulle liste». Lo sfidante: «Pnrr risorsa per il territorio»

Pubblicato il: 29/04/2022 – 7:00
Palmi al voto. Ranuccio punta sull’asse turismo-cultura. Barone: «Candidato per tenere unito il centrodestra»

LAMEZIA TERME Le amministrative nella seconda città più importante della provincia di Reggio Calabria sono il tema dell’ultimo episodio di 20.20, il talk di approfondimento condotto da Danilo Monteleone e Ugo Floro in onda su L’altro Corriere Tv, canale 75 del digitale terrestre. Ospiti a confronto sono il sindaco uscente Giuseppe Ranuccio e lo sfidante, Giovanni Barone, candidati al Comune di Palmi.

L’opportunità offerta dal Pnrr

L’opportunità del Pnrr è grande, ma ci sono dei rischi. «Bisogna saperla cogliere con gli strumenti che abbiamo», dice Ranuccio. «Se da un lato abbiamo milioni di euro in arrivo, dall’altro ci scontriamo con una burocrazia troppo pesante per essere supportata dalle risorse in servizio alle amministrazioni. Il Comune di Palmi oggi può far fronte a questo peso lavorativo con sole 60 persone». Nonostante questo «abbiamo già candidato diversi progetti» dal palazzetto dello sport, alla pista ciclabile, «già intercettati».
«A differenza di 15-20 anni fa escono oggi dei bandi su linee di intervento. Abbiamo intercettato 2 milioni che andranno a riqualificare parte del parco dei Tauriani. Di alcuni progetti siamo in attesa dell’esito, di altri lo sappiamo già».
Per Barone il tema va impostato diversamente: «Il Pnrr non deve essere visto come un’opportunità solo per la città, ma per il territorio per evitare che ci siano inutili repliche a distanza di pochi chilometri». Per Barone «bisognerebbe organizzare un consorzio di idee tra i Comuni della Piana» per puntare a città più grandi e coese. «Siamo riusciti, durante il mio mandato, a ottenere circa 25 milioni di euro di lavori. Questo nuovo piano ci permetterà di fare altro, ma non sul presupposto che debba farsi su esigenze che sentiamo proprie e non collettive».

Da dove ripartire? «Da turismo e cultura»

Per Barone da tre direttrici: «Turismo, sanità e uffici». «Negli ultimi anni – aggiunge –  c’è stata una riduzione degli studenti a Palmi, perché gli studenti preferiscono andare fuori» ed oltre a questo aspetto, bisogna puntare sulla «parte artistico-culturale della città: bisogna rilanciare tutta la zona del porticciolo, che non può essere solo per i pescatori», dice con lo sguardo rivolto ai diportisti.
Il dibattito si sposta poi sulla chiusura della “Casa della Cultura” del cinema teatro e sull’ «incuria» in cui versa la casa di Leonida Repaci. «L’asse sul quale si deve incentrare lo sviluppo dev’essere quello dato da turismo e cultura», dice Ranuccio. Il decremento delle scuole e la perdita degli uffici «non può dipendere dall’amministrazione uscente». «Io per città di cultura non intendo una città che spende 30mila euro per un premio e poi non permette ai cittadini di assistervi in condizioni sicure e dignitose».
L’area della pinacoteca «è un esempio di come si fa cultura» secondo Ranuccio, che si dice in disaccordo con l’operazione «scellerata del pre-pensionamento» dei dipendenti amministrativi che tra le varie non ha permesso di mantenere aperta la casa della cultura. «Lo rifarei», dice però Barone. «Stiamo parlando di persone che avevano già raggiunto l’età pensionabile e che un’iniqua legge ha costretto a rimanere». Sulla “Casa della Cultura”, secondo Barone, il problema è più sul mancato intervento per sistemare la struttura, «per il quale si era offerta un’associazione, ma poi non è stato fatto».
«Sul corso Garibaldi ci sono le foto delle opere della pinacoteca per consentire di conoscere l’unica galleria del Sud che contiene tutti gli artisti del 900».

Il dibattito politico

«A seguito di una serie di discussioni tra centrodestra ed area moderata c’era il rischio che si presentassero ancora una volta sfaldati. Grazie alla mia presenza si è riuscito a rinsaldare tutto», dice Barone. «Bisogna recuperare i valori della politica, i simboli hanno un significato e i partiti devono essere rimessi nelle condizioni di discutere e dire la loro. Negli anni 80-2000 dovevamo cacciare i ladri invece abbiamo cacciato la politica mentre i ladri sono rimasti».
Ranuccio, si interroga sul perché Barone non si sia candidato già cinque anni fa e rimarca la connotazione civica della sua coalizione. «Come fatto cinque anni fa siamo convinti che non sia necessario trovare il simbolo sulla scheda quanto più ritrovarsi su programmi e valori condivisi: Palmi deve essere amministrata dal palmesi».
«Avevo lavorato tantissimo quei cinque anni e dovevo recuperare», incalza Barone, che rimarca la sua posizione dicendo che Ranuccio «che lo voglia o meno fa Parte del Pd, quindi è più un deficit di autostima. Che si decida per motivi strategici che ciò non sia è un altro discorso».

Capitolo Sanità: la “chimera” del Grande ospedale della Piana

«Noi attendiamo l’ospedale della Piana da oltre 13 anni. Si farà perché c’è un iter amministrativo complesso che stiamo seguendo da tempo», dice Ranuccio. «Manca l’ok per lo spostamento degli elettrodotti sul sito». «Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte affinché i lavori ripartano il prima possibile».
Per Barone: «Il posizionamento dell’ospedale era altrove e siamo riusciti al tempo a farlo sorgere a Palmi. Non solo. Abbiamo inserito in questa progettazione il cavalcavia che determina la possibilità di entrare nell’area dell’ospedale senza fare il giro della città».
Secondo lo sfidante, inoltre, «non si può dire facciamo tutto insieme tutti se ci si divide sulle piccole cose» facendo riferimento alla mancata interlocuzione tra l’amministrazione palmese e il rappresentante territoriale in consiglio regionale Mattiani, in quota Forza Italia. «La sanità della provincia è fortemente “reggiocentrica” e fino a che l’asse politica sarà Falcomatà-Irto l’ospedale avrà difficoltà a sorgere».

I meccanismi di controllo dei candidati

«Dieci anni fa ho fatto firmare un documento in cui ogni candidato dichiarava di non far parte di associazioni segrete, associazioni mafiose e di non essere stato condannato per reati di natura amministrativa», dice Barone. «È facile parlare di legge e morale quando tocca gli altri, abbiamo l’esempio di quello che è successo a Reggio Calabria con Falcomatà dove è dovuto intervenire il prefetto, perché non si dimetteva mai nessuno».
«Io credo che questo sia un tema anche di natura sostanziale. Nel corso del mio mandato la mia amministrazione non è mai stata sfiorata da alcuno scandalo, arrestato o altro e questo può dare credibilità rispetto alle liste che andiamo a comporre», replica Ranuccio. «Le liste sono fatte da persone capaci e competenti e la loro provenienza sarà il nostro cavallo di battaglia».

Rifiuti, acqua e “Multiutility”

Ranuccio contesta soprattutto il metodo con cui si è arrivati ad approvare la recente riforma voluta da Occhiuto. Nel merito «rimane un contenitore vuoto sia rispetto alla gestione del ciclo idrico che dei rifiuti: è stato creato questo nuovo strumento, sappiamo chi la guiderà, ma non sappiamo qual è l’obiettivo». «Il primo regalo è stato raddoppiare le linee del termovalorizzatore di Gioia Tauro e programmare il rigassificatore. È impensabile andare a raddoppiare un impianto già vecchio e che inquina, sulle spalle dei cittadini».
Barone si dice d’accordo per quanto riguarda il sistema idrico «che non si risolve creando carrozzoni per sistemare amici che non si sono potuti candidare». Sui rifiuti «mi rifiuto di rispondere», dice rinviando la discussione. «Bisogna vedere cosa ci porta il rigassificatore: se ci garantirà che verranno preservate le nostre bellezze e le nostre coste allora si potrà fare. Non si può essere contrari a prescindere, bisogna vedere cosa ci propongono». (redazione@corrierecal.it)

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