Le risultanze del tavolo Adduce sui programmi presentati dal presidente Roberto Occhiuto inducono a pensare che sia in atto una svolta , dopo 13 anni di commissariamento governativo nefasto e dopo un’involuzione dei servizi che ha molte cause. Intendiamoci, l’azione del Governo centrale in questi lustri è stata tutta tesa al taglio delle risorse e dei servizi.
Il massacrante blocco del turnover ha impoverito le prestazioni ambulatoriali e ospedaliere, cancellando ospedali strategici e prestazioni necessarie. A Roberto Occhiuto è stata consegnata un’”azienda decotta”, fatta di debiti non quantificati e di un aumento vertiginoso delle migrazioni. La prevenzione, bloccata in tutta Italia nel lockdown, in Calabria non esiste più da un triennio.
Il rosario delle criticità sarebbe così lungo che i grani elencati partirebbero dagli inizi del duemila, quando destra e sinistra (e dice bene il Presidente) hanno fatto gara a smantellare il servizio pubblico con scelte di merito discutibili.
Sbagliò il centrodestra nella stagione del 2000, abbandonando il territorio e puntando su una visione ospedalocentrica contestata da tutti gli studiosi nazionali. Sbagliò il centrosinistra quando, nel 2006, arrivò addirittura ad eliminare i ticket pensando di avere a disposizioni risorse illimitate, mentre la voragine dei conti aumentava.
Il recente passato gestionale, se guardassimo all’Annunziata (e per recente parliamo di almeno 15 anni) ha svilito una tradizione fiorente fatta di grandi chirurghi e clinici di frontiera per gestioni baronali e familistiche di pessima portata.
Certo, sono nate esperienze straordinarie (si pensi al Dama e all’odontoiatria sociale) ma sono state oasi in un deserto fatto di impoverimento infrastrutturale e qualitativo.
Occhiuto ha già fatto capire che vuole distanziarsi da quel passato che mette insieme nelle responsabilità, allo stesso odo, entrambi gli schieramenti.
Carlo Guccione, dirigente nazionale del Pd in materia di sanità, ha fatto un plauso all’intraprendenza del presidente commissario, chiedendo che si faccia luce sulla situazione debitoria che vede soprattutto due Asp (Cosenza e Reggio Calabria) a rischio default. L’atteggiamento di Guccione sembra essere quello giusto, perché mai come adesso è indispensabile unire le energie in un settore così complesso, che non può appartenere a padrinaggi vecchi che hanno il peso di avere ridotto la sanità a livelli mediocri. Bisogna dare tempo al presidente perché, come diceva Souchè, la mietitura richiede una semina abbondante.
Ci sono stati medici, come Lucio Marrocco, che sono morti sul campo come soldati eroici per difendere il patrimonio comune di una salute su cui pochi, ma potenti purtroppo, si sono arricchiti. Quel tempo infame appartiene all’archivio che non potrà mai essere dimenticato.
*Giornalista
x
x