Volodymyr Zelensky è ancora pronto a parlare con Vladimir Putin nonostante le atrocità russe a Bucha, Mariupol e in altre città. Lo ha detto il presidente ucraino ai media polacchi, secondo quanto riporta la Bbc. Zelensky affermato di voler incontrare il presidente Putin perché «un solo uomo decide tutto» in Russia. Secondo il leader ucraino, il rischio che i negoziati con Mosca falliscano è alto, perché «dopo Bucha e Mariupol, le persone vogliono solo ucciderli. E quando c’è un tale atteggiamento, è difficile parlare di qualsiasi cosa». Allo stesso tempo, ha aggiunto, «se c’è una sola possibilità, dovremmo parlare».
Nei bunker e nei tunnel dell’Azovstal oramai si è persa la cognizione del tempo. Sui volti delle centinaia di civili intrappolati sotto l’acciaieria il pallore dei 65 giorni passati sotto assedio e senza mai vedere la luce del sole, e l’angoscia per quella che si sta trasformando in una lenta e lunga agonia. Come lunga, lunghissima è l’attesa delle ultime ore in cui da Kiev sono arrivati segnali che fanno sperare in una svolta, nella fine dell’incubo. Ad alimentare questa speranza lo staff del presidente Volodymyr Zelensky che, il giorno dopo la visita nella capitale del segretario generale dell’Onu Antonio Gueterres, ha parlato di un’imminente operazione per evacuare anziani, donne, bambini, famiglie oramai allo stremo, con le scorte di cibo e di acqua quasi agli sgoccioli.
Anche se col passare del tempo tutto tace, col timore che si sia trattato dell’ennesimo annuncio rimasto lettera morta, come per i tanti corridoi umanitari che a Mariupol non sono mai stati aperti. Neanche i capi della resistenza asserragliati nei sotterranei dell’impianto dicono di conoscere i dettagli del presunto piano di evacuazione, facendo solo riferimento ad una missione partita dalla capitale e che sarebbe arrivata per ora nella vicina Zaporizhzhia. Anche se in serata, secondo quanto riportato dalla tv di stato di Mosca, Rossiya 24, la famiglia di tre persone di un addetto all’impianto sarebbe riuscita a riemergere dall’impianto e riconquistare la libertà. A spegnere gli entusiasmi, però, anche la notizia che i soldati russi avrebbero nuovamente chiuso un’area di Mariupol a nord dell’acciaieria, mossa che lascerebbe presagire un nuovo massiccio attacco. Questo almeno è il timore di Petro Andrushchenko, consigliere del sindaco della città martire di questa guerra, completamente rasa al suolo e che l’Alto commissario per gli affari esteri Josep Borrell ha definito una nuova Aleppo, “l’Aleppo d’Europa”. “I rischi di chiudere completamente qualsiasi dialogo con i russi sono altissimi”: la affermato – secondo quanti riporta la Ukrainska Pravda – il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel corso di una conversazione con i media polacchi. Secondo Zelensky, il processo di negoziazione con i rappresentanti di Mosca è “molto lento”.
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