ROMA «Sono stufo, per me è abbastanza così». Lo scrive su Instagram, in spagnolo, Ivan Luca Vavassori, l’ex calciatore di 29 anni, combattente in Ucraina, nelle file delle brigate internazionali, nato in Russia e adottato da Alessandra Sgarella, sequestrata dalla ‘ndrangheta nel 1997 e morta nel 2011 per una malattia.
«È ora di tornare a casa, non ho più la testa per andare avanti. Ho fatto del mio meglio per aiutare. Ho messo tempo e vita a disposizione del popolo ucraino, ma è ora di riprendermi la mia vita». Due ore più tardi, la foto da un aereo in volo, a conferma del fatto che Vavassori ha lasciato l’Ucraina.
Sempre sui social, l’ex calciatore della Pro vercelli aveva annunciato di volere andare a combattere: «Ho lasciato molte cose a metà nella mia vita. È tempo per me di andare fino in fondo in qualcosa. La mia decisione non piacerà a molta gente, ma è la migliore per me. Resto con la coscienza pulita di aver fatto tutto il possibile». Poi il ripensamento, per la famiglia che lo aspetta da oltre un mese e mezzo. Lo attende la fidanzata boliviana, per cui Vavassori scrive in spagnolo: «Con l’aiuto di Dio raggiungerò i miei obiettivi. E lei è al primo posto in questi».
Il figlio adottivo di Alessandra Sgarella si era arruolato a marzo. Poi uno scontro a fuoco con i russi ed il ritrovamento in ospedale. Da qualche ora è tronato a casa.
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