Che a Catanzaro la “strada della politica” abbia bisogno di manutenzione per essere “educata” ai principi degli atti e dei fatti è divenuta una certezza imprescindibile. Significa reimpostare l’analisi della politica che ha necessità di essere rivalutata alle funzioni plurime, proprie di un’amministrazione comunale nell’ambito della organizzazione al fine di renderle compatibili con le funzioni del governo comunale per quanto riguarda l’organizzazione e per migliorare la convivenza sociale. Sarebbe opportuno che intorno alla burocratizzazione del potere dell’Amministrazione cittadina siano accostati e diventino fondamentali i principi della libertà e della democrazia, il primo dei quali attiene alla piena disponibilità dei cittadini, l’altro è di pertinenza del potere politico-amministrativo che deve essere oggettivo e imparziale.
Entrambi i principi, pur rimanendo divisi, hanno necessità di marciare insieme perché insieme cresce il territorio. Diversamente sarebbe come mettere in discussione la Costituzione del Paese. Non si deve mai dimenticare, infatti, che per Pubblica amministrazione si intende l’insieme delle attività volte alla cura degli interessi della collettività. Una buona prassi potrebbe essere la realizzazione di una rete per la diffusione e il controllo periodico della gestione; il che aiuterebbe l’Amministrazione comunale nella conduzione della gestione dei servizi resi o da rendere alla collettività.
Ci si domanda se tutto ciò possa avvenire anche a Catanzaro. La risposta può essere che, essendo un problema di efficienza e trattandosi prevalentemente di “pacchetti” di servizi che riguardano la Scuola, i parchi pubblici, i servizi agli anziani, i trasporti, la pulizia delle strade e dei marciapiedi, la lotta ai rumori, l’illuminazione pubblica, possa essere attuato senza particolari fatiche, purché esistano i controlli. Bisogna, insomma, che si capisca quali sono i bisogni latenti dei cittadini!
Attraverso tali indicazioni sarà possibile all’Amministrazione comunale valutare l’efficacia delle politiche che si intendono rendere alla cittadinanza. Ciò, evidentemente, prescinde da chi sarà il prossimo Sindaco di Catanzaro sul quale grava sempre il peso di una radicale inversione di tendenza nella gestione della Città.
Una cosa è certa: qualcosa deve cambiare. In tutto il mondo si sviluppano progetti per la città del futuro, alcuni dei quali assumono dimensioni che farebbero invidia ai film di fantascienza.
Le città del Mezzogiorno sono chiamate a trasformarsi per cogliere le migliori opportunità e vincere le sfide più complesse che questo cambiamento lascia intravvedere. Per far comprendere i radicali cambiamenti a cui andranno incontro i cittadini e le imprese sarà necessario modificare profondamente anche il modo di comunicare e di confrontarsi con la popolazione.
Per rendere forte e credibile l’anelito di rinnovamento per il Capoluogo della Calabria appare opportuno riportare alcuni passi di un messaggio del Presidente della Repubblica: «L’Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà. Nessuno si salva da solo». «La sfida del Sud – aggiunge il presidente Mattarella – è la più difficile di tutta la nostra storia unitaria. Ma non è una causa persa. C’è una grande vitalità e capacità di innovazione, nelle forze sociali e imprenditoriali, nelle forme della cittadinanza attiva, in luoghi che rappresentano il cambiamento possibile, in realtà che sperimentano già quel modello di sviluppo sostenibile che vogliamo perseguire. La politica ha il compito di creare e diffondere condizioni di benessere, accelerare e supportare i processi virtuosi. La premessa è dare risposte alle emergenze e ai bisogni, dove necessario riconquistare territori e cittadini alla legalità. Lo sviluppo e la coesione sono “missioni”».
«Consapevoli delle difficoltà – ha concluso il Presidente della Repubblica – ma anche del mare di opportunità che abbiamo di fronte. Possiamo aprire una nuova pagina. Dobbiamo scriverla insieme».
*giornalista
x
x