CROTONE Otto anni e sei mesi sono stati inflitti dal Tribunale di Crotone
nei confronti di Alfonso Sestito, unico ad avere scelto il rito ordinario nel processo denominato “Thomas”. Il collegio – Massimo Forciniti presidente, Alfonso Scibona ed Elisa Marchetto a latere – ha inoltre dichiarato Sestito interdetto dai pubblici uffici e ha disposto di applicare all’imputato, a pena espiata, la misura di sicurezza della libertà vigilata per un anno.
Alfonso Sestito, 53 anni, cardiologo, è accusato di associazione mafiosa per aver finanziato alcuni affari della cosca Grande Aracri nel settore immobiliare. Per lui il pm della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio aveva chiesto una condanna a 10 anni e 8 mesi.
Secondo l’accusa l’imputato sarebbe stato il terminale economico al servizio della cosca Grande Aracri per gestire condomini, acquisire terreni e il controllo dei villaggi turistici. Lo stesso collaboratore di giustizia Dante Mannolo, nelle sue dichiarazioni ha confermato la consapevolezza di Sestito di operare per conto della cosca. Sestito è accusato avere attuato investimenti di natura imprenditoriale in esecuzione di un programma associativo diretto ad assicurare il controllo sui villaggi turistici ricadenti nell’area crotonese di influenza della cosca. Il cardiologo gestiva direttamente i servizi condominiali delle strutture turistiche oppure utilizzava società costituite ad hoc come la “Camelia” srl. Inoltre come medico al policlinico Gemelli di Roma si adoperava affinché i membri della cosca Grande Aracri fruissero di permessi sanitari e attestazioni mediche in grado di influire sui giudizi di incompatibilità carceraria.
In questo procedimento è costituito parte civile l’imprenditore Giovanni Notarianni, assistito dagli avvocati Michele Gigliotti, in qualità di persona offesa privata e di rappresentate legale di Alberghi del Mediterraneo. Il collegio ha condannato l’imputato a risarcire la parte civile, determinando il quantum in sede civile e rigettando la richiesta di provvisionale proposta. Sestito è difeso dagli avvocati Gregorio Viscomi e Salvatore Staiano. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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