LAMEZIA TERME «Siamo nati dalla strada e combattiamo per strada». È tutto qui il senso della mobilitazione organizzata dall’Usb questa mattina nel quartiere Sant’Eufemia di Lamezia Terme. Oltre un centinaio di precari tirocinanti hanno “invaso” pacificamente le strade blindate dalle forze dell’ordine, tra slogan, striscioni e cori. Un lento corteo che ha raggiunto poi la stazione centrale dove i manifestanti sono entrati in contatto con le forze dell’ordine, in assetto antisommossa affinché non entrassero nella stazione e invadessero i binari, senza però che la situazione degenerasse.
I manifestanti scesi per strada oggi rappresentano i circa 4.400 tirocinanti di inclusione sociale in tutta la funzione pubblica ovvero Province, Comuni, Asp e Asl nei vari territori. «Non è possibile dialogare con un governo regionale che non fa altro che sospendere le manifestazioni degli altri – spiega ai microfoni del Corriere della Calabria Saverio Bartoluzzi dell’Usb Calabria – noi però non ci facciamo intimidire. Il nostro vero interlocutore, però, è ben diverso. Noi dobbiamo spingere affinché si attivi il tavolo interministeriale fra i vari ministeri interessati, l’Anci e il governo regionale della Calabria». I tirocinanti precari «sostituiscono a tutti gli effetti i dipendenti pubblici – spiega ancora – e si occupano di qualsiasi cosa ma percepiscono sempre quei soliti 700 euro, prima erano 500, cose assurde perché senza contributi e il datore di lavoro è lo Stato. È inutile fare pressioni su imprenditori nelle ditte private se il primo a sfruttare i precari è proprio lo Stato come in questo caso».
Difficile, almeno finora, il dialogo con le istituzioni. «Noi non abbiamo avuto alcuna risposta da Occhiuto perché non gli abbiamo posto nessuna domanda. Vogliamo che il governo nazionale si confronti e chiami tutti gli attori di questa vertenza». E poi il monito: «Il problema va risolto però entro pochi mesi perché dopo l’estate altrimenti tanti tirocinanti cominceranno a diventare un dramma sociale su tutto il territorio regionale, e poi sarà un problema di tutti quanti». (redazione@corrierecal.it)
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