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il processo

Ex prefetto Galeone, il nodo delle intercettazione e la gara di Animed

La difesa: «Divergenza tra intercettazioni e copie forensi». In aula, i chiarimenti sulla gestione di un Cas e sul service per una manifestazione al Rendano

Pubblicato il: 03/05/2022 – 19:00
di Fabio Benincasa
Ex prefetto Galeone, il nodo delle intercettazione e la gara di Animed

COSENZA Oggi, dinanzi al Collegio giudicante presieduto dal giudice Francesco Luigi Branda, si è svolta l’udienza nel processo a carico dell’ex prefetto di Cosenza, Paola Galeoneimputata di corruzione e presente all’udienza pubblica.

«La divergenza tra intercettazioni e copie forensi»

Il primo teste chiamato a rispondere alle domande del pm Visconti e degli avvocati della difesa Mario Antinucci del Foro di Roma e Carlo di Casola del Foro di Napoli, è stato un ufficiale di polizia giudiziaria del Servizio Centrale Operativo della Questura di Roma che nel 2020 ha eseguito le copie dei telefoni sequestrati all’ex prefetto di Cosenza e a Cinzia Falcone, la querelante. L’avvocato Antinucci ha sollevato un problema inerente la presunta divergenza tra i contenuti delle intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura della Repubblica di Cosenza durante le indagini e le copie forensi degli smartphone generate presso il Servizio Centrale Operativo della Questura di Roma, subito dopo il sequestro giudiziario dei telefoni in uso all’imputata ed alla querelante. Il legale ha chiesto al presidente del Collegio di poter procedere con l’accertamento o la perizia informatica per verificare l’autenticità delle fonti. «Esistono elementi di dubbio sul flusso della procura, sulla purezza delle forme nell’acquisizione delle forme», ha ribadito Antinucci. Dopo una breve camera di consiglio, il presidente Branda si espresso sul merito. Per quanto attiene la richiesta di perizia di autenticità «riserva l’eventuale perizia all’esito dell’istruttoria», per quanto riguarda la trascrizione dei file audio indicati nella memoria depositata dalla difesa «rileva che la stessa non ha chiesto la trascrizione al momento della prima perizia e che comunque è facoltà della difesa produrre su file informatico le intercettazioni, eventualmente sottolineando le conversazioni di interesse, e in tal caso il Tribunale potrà vagliare se disporre o meno la perizia trascrittiva».

L’impegno di spesa del Prefetto

L’ex prefetto di Cosenza è accusata di aver indotto una imprenditrice, Cinzia Falcone presidente dell’associazione “Animed” alla corruzione. In particolare Galeone avrebbe chiesto una sorta di “mazzetta” attraverso l’emissione di una fattura falsa da 1.200 euro per garantirsi una somma del fondo di rappresentanza della Prefettura. A tal proposito è stato chiamato a testimoniare Domenico Giordano, dirigente della prefettura di Cosenza. «All’epoca dei fatti (dicembre 2019) svolgevo il medesimo ruolo di dirigente del servizio di contabilità finanziaria». Sollecitato dalle domande del pm, il teste risponde in merito alle spese di rappresentanza del prefetto. «Il ministero su apposito capitolo di bilancio accredita le somme, se non vengono impiegate in toto vanno in “economia” ovvero ritornano al ministero». E’ il prefetto a scegliere la tipologia di spesa da effettuare. Dopo viene comunicato il preventivo e viene redatta una lettera di affidamento. All’arrivo della fattura, il prefetto attesta la congruità della prestazione e procede con il saldo. Lo stesso viene sottoscritto dal dirigente e poi firmato dal prefetto o dal vice vicario e dallo stesso dirigente. Il pm chiede conto delle spese effettuate nel 2019. «Su 3.300 euro di accreditamento, la somma rimasta disponibile è pari a circa 1.650», ma – sottolinea Giordano – erano arrivate fattura da pagare e togliendo le ulteriori spese si giungeva ad un importo pari a circa 1200 euro». Nel mese di dicembre, il prefetto chiese a Giordano fosse rimasto in cassa. «Mi disse che stava pensando di impostare delle spese ad Animed per prestazioni rese nel corso di una manifestazione. Dissi che era possibile». L’impegno di spesa riguardava il service audio e video garantito da Animed nel corso di una manifestazione dedicata alla violenza contro le donne tenutasi al Teatro Rendano.

La gara di Animed

Chiarite le questioni legate al meccanismo di spesa dei fondi a disposizione del Prefetto, l’attenzione del pubblico ministero si sposta sull’affidamento della gestione dei centri collettivi di accoglienza da 51 a 300 posti, datata 13 maggio 2019. Alla gara indetta dalla prefettura «partecipò Cinzia Falcone con Animed». «Ne ho parlato con il prefetto – dice Giordano – il Rup mi riferì di una proposta di esclusione di Animed e informai il prefetto della diminuzione del novero delle ditte in gara». «Il Rup – continua il teste – escluse Animed, ma non ricordo quando. Disse che c’era una discrasia per la regolarizzazione di un documento che recava un bollo con la data successiva alla scadenza dei termini». Sulla posizione assunta in merito all’esclusione di Animed, il teste si mostra convinto: «Non ho mai espresso alcuna posizione favorevole ad una riapertura nei confronti di Animed». L’associazione guidata da Cinzia Falcone, «ha avuto un rapporto contrattuale con la prefettura. Si occupava di accoglienza di cittadini stranieri sul territorio negli anni 2016-2019» quando gli sbarchi erano all’ordine del giorno». La prefettura di Cosenza – come sostenuto da Giordano – chiese «al terzo settore la disponibilità ad offrire il servizio di accoglienza». Animed «gestiva un Cas a Camigliatello».

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