REGGIO CALABRIA Maggioranza avanti tutta e avanti dritta sulla contrattualizzazione di oltre 600 precari e sulla “sanatoria” per slot e gioco d’azzardo. Il consiglio regionale ha infatti approvato le due leggi più importanti all’ordine del giorno della seduta odierna e proposte dal centrodestra ma molto contestate, soprattutto la seconda, comunque alla fine “ammorbidita” nei termini (una proroga di sei mesi e non di due anni per i gestori delle sale gioco e delle sale scommesse). Diverso l’atteggiamento delle opposizioni, che sui precari sono più state più “accomodanti”, sia pure al solito diversificandosi al proprio interno, mentre sul tema del gioco d’azzardo sono state unite nel no. Un no che ovviamente non è servito a impedire l’approvazione delle due normative.
Passa dunque a maggioranza la legge, presentata da Michele Comito e Giovanni Arruzzolo (Forza Italia) e Salvatore Cirillo (Coraggio Italia), che modifica la legge regionale 29 del 2019 sulla “Storicizzazione risorse del precariato storico”. Il testo, nato dopo l’impugnativa di un precedente testo da parte del Consiglio dei ministri, si pone l’obiettivo di rendere meno incerto il futuro lavorativo di oltre 600 appartenenti bacino del precariato storico calabrese: sono quelli provenienti dal “bacino” della legge regionale 15/2008, oltre 600 unità, di cui 70 alle dipendenze di Azienda Calabria Lavoro con contratto a tempo determinato, 576 in servizio in altri enti utilizzatori e Comuni. In particolare il testo punta a ridurre il precariato mediante un percorso di contrattualizzazione e/o stabilizzazione che comprenda anche i lavoratori della cosiddetta legge 15/2008, in linea con quanto stabilito da un analogo provvedimento approvato nel 2019, accompagnando lo stesso personale che sarà contrattualizzato a tempo indeterminato. Si prevede, in particolare, per le unità rientranti sotto l’egida di Azienda Calabria Lavoro, da più di 24 mesi a tempo determinato, l’accesso a procedure amministrative che permettano di contrattualizzare gli stessi a tempo indeterminato. Nel corso del dibattito, Ferdinando Laghi, di De Magistris Presidente, annuncia voto di astensione, sostenendo che «è difficile votare contro la stabilizzazione, ma questo non può essere usato sempre come un grimaldello». Davide Tavernise, del M5S, si unisce ai rilievi di Laghi ma annuncia voto a favore, chiedendo alla Giunta di «iniziare a ragionare sulle altre vertenze dei lavoratori in mobilità in deroga». Amalia Bruni, del Misto, pur annunciando il voto favorevole alla proposta, sottolinea come «la stessa sia stata assegnata in commissione il 27 aprile e non trattata». Raffaele Mammoliti, del Pd, osserva: «Serve un’azione di politica attiva e il voto a favore è giustificato da questo, ma serve, nel contempo, un atteggiamento più avanzato. Il provvedimento non è esaustivo. E riscontro una discrezionalità esasperata da parte della maggioranza». Antonio Lo Schiavo, di DeMa, conferma le proprie dimissioni da vicepresidente della Commissione Vigilanza in dissenso dal presidente Afflitto, del M5S, che Lo Schiavo ha criticato per aver votato a favore della maggioranza sulla multiutility ambientale: «La sua non mi sembra una posizione di garanzia, l’opposizione deve fare fino in fondo il proprio lavoro ed essere alternativa alla maggioranza altrimenti vorrà dire che si sono, già, confuse le acque», afferma Lo Schiavo.
Al centro dell’attenzione c’è poi la proposta di legge, sottoscritta dai capigruppo di maggioranza Arruzzzolo (Forza Italia), Giuseppe Graziano (Udc), Francesco De Nisi (Coraggio Italia), Crinò (Forza Azzurri), Neri (Fratelli d’Italia), e Loizzo (Lega), che modifica una norma della “riforma Bova”, la legge promossa nel 2018 dall’allora presidente della commissione regionale antindrangheta Arturo Bova, di Dp. Quel testo, tra le altre cose, introduceva limiti piuttosto stringenti in tema di contrasto al gioco d’azzardo e alla ludopatia, prevedendo a esempio il divieto di posizionare apparecchi da gioco a meno di 300 metri, per i Comuni sotto i 5.000 abitanti, e a meno di 500 metri per i Comuni sopra i 5.000 abitanti, da scuole, centri sociali, chiese, impianti sportivi, ospedali, banche, stazioni ferroviarie, esercizi di compravendita di oggetti preziosi (erano previste alcune deroghe, come per le tabaccheria, a condizione che gli apparecchi fossero sempre sotto il controllo visivo dei titolari dell’esercizio): inoltre assegnava ai gestori delle sale da gioco e delle rivendite un termine di due anni per adeguarsi alle prescrizioni. Con la proposta di legge del centrodestra, invece, si proroga ulteriormente l’adempimento al 31 dicembre 2022 (la prima formulazione era al 2024): il differimento – secondo il centrodestra – ha una sola motivazione, non di principio (perché si è comunque contrari al fenomeno, si tiene a precisare) ma di sostanza, quella di venire incontro alle esigenze degli esercenti stremati dalle limitazioni per l’emergenza sanitaria. Tavernise (M5S) afferma: «La proroga inizialmente prevista alla fine del 2024 la configurava come una legge porcata, noi votiamo contro ma apprezzo il passo indietro della maggioranza. Purtroppo però questa maggioranza corre troppo e finisce con lo sbattere: bastava aspettare una settimana per migliorarla». No assoluto di De Magistris Presidente, con Lo Schiavo che ricorda l’impegno di Bova, presente oggi ai lavori consiliari: «Questa legge della maggioranza rappresenta un grave e imperdonabile passo indietro nella lotta alla ludopatia e a forme di economia potenzialmente illegale. Nonostante l’emendamento riteniamo non sia più accettabile alcun tipo di rinvio per una legge che resta ancora colpevolmente inattuata». Contraria anche la Bruni, che invita la maggiorana di centrodestra a ritirare il provvedimento, evidenziando che è una legge che «favorisce chiaramente delle speculazioni». Ance il capogruppo del Pd Mimmo Bevacqua annuncia voto contrario: «Oggi mandiamo un messaggio devastante sul piano sociale con questa proroga che ci fa tornare indietro nella lotta alla ludopatia, sarebbe il caso che il centrodestra ci ripensasse prima di votarla».
Da segnalare peraltro due dietrofront della maggioranza: rinviata l’approvazione di una proposta di legge in tema di apicoltura, essendo pervenuti ben 17 emendamenti dal Dipartimento Agricoltura che richiedono ulteriori approfondimenti, e rinviata anche l’approvazione di una proposta di legge sull’esenzione della tassa automobilistica per i veicoli storici, perché il Dipartimento Bilancio ha chiesto degli approfondimenti e perché ci sono emendamenti a firma Laghi che – a parere del relatore, Neri – «meritano un approfondimento». (c. a.)
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