CORIGLIANO ROSSANO Quando Pasquale Aquino ha parcheggiato la sua auto, una Bwm 320, vicino alla sua abitazione, mai avrebbe immaginato l’epilogo. Il suo killer lo ha atteso a piedi, che scendesse dall’auto e poi ha iniziato a scaricare sul 57enne una pioggia di piombo. Undici, a quanto pare, i colpi esplosi da una pistola calibro 7.65, quattro dei quali andati a segno e quindi mortali.
Probabilmente Aquino, dopo essere stato colpito sarebbe riuscito a compiere qualche altro passo per poi cadere al suolo a pochi metri da casa sua, in viale Mediterraneo a Schiavonea, un centinaio di metri dal Quadrato Compagna.
I fatti sono avvenuti intorno alle 19,30, quindi quando non era ancora calata la notte. Dopo una decina di minuti è giunta sul posto la prima gazzella dei carabinieri del reparto territoriale di Corigliano Rossano, quindi i sanitari del 118 che non hanno potuto far altro che costatare la morte dell’uomo, gli uomini del commissariato ed i vigili del fuoco.
Aquino ha parcheggiato la sua auto in una traversa vicino alla sua abitazione e in quei luoghi sarebbe stato colpito dal sicario che, potrebbe essersi dato alla fuga a bordo di una moto. Non è dato sapere al momento se il killer era in compagnia di un complice che lo attendeva a bordo della due ruote o se abbia agito in solitaria. Intorno alle 22 sono giunti sul posto i Ris per i rilevamenti del caso e poco dopo il magistrato di turno del tribunale di Castrovillari. Tutta l’area è stata interdetta dai carabinieri.
Aquino aveva precedenti per reati legati alla droga. Uno dei figli, Vincenzo, era stato arrestato a settembre scorso nell’operazione condotta dai carabinieri di Corigliano Rossano, denominata “Portofino” (qui la notizia), che aveva sgominato la piazza di spaccio di Schiavonea. Il 39enne era ritenuto dagli inquirenti il vertice della rete di spacciatori.
Un altro figlio è stato condannato nel 2004 per l’uccisione di un senzatetto di nazionalità ucraina nel Quadrato Compagna.
I carabinieri indagano a tutto campo. Gli uomini del tenente colonnello Raffaele Giovinazzo potrebbero aver raccolto elementi utili alle indagini anche da alcune immagini della videosorveglianza della zona. Uno dei bossoli esplosi contro il 57enne è stato ritrovato ad alcune centinaia di metri dai luoghi dove si è consumato il delitto. Allertata la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri. (lu.la.)
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