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Diario di guerra

Giallo sulla fregata colpita nel Mar Nero. «Sta bruciando», dubbi sul video

La denuncia dall’acciaieria di Mariupol. «Sparano sui civili». Dall’Ucraina insistono: «Russi hanno perso una nave»

Pubblicato il: 06/05/2022 – 21:20
Giallo sulla fregata colpita nel Mar Nero. «Sta bruciando», dubbi sul video

KIEV Una fregata russa Petrel 11356R sta bruciando vicino a Snake Island, nel Mar Nero, dopo essere stata colpita da un razzo ucraino Neptune. Lo conferma il deputato popolare Oleksiy Honcharenko su Telegram, citato dai media ucraini. Un’esplosione si sarebbe verificata sulla nave, seguita da un incendio. Aerei russi stanno sorvolando quell’area del Mar Nero e navi di soccorso sono arrivate dalla Crimea in aiuto della fregata. Secondo i dati aggiornati dello Stato maggiore ucraino “i russi hanno perso una nave”.
La fregata russa colpita nel Mar Nero che sta bruciando vicino all’Isola dei Serpenti sarebbe l’Admiral Makarov’, coinvolta in un attacco alla città di Odessa in aprile. Un obiettivo prezioso per gli ucraini – secondo Forbes – poiché è l’ultima e più moderna nave della sua classe. Tutte e tre le fregate della classe Admiral Grigorovich appartengono alla Flotta del Mar Nero, con base a Sebastopoli. Sono armate con 24 missili terra-aria a medio raggio Buk e otto missili da crociera Kalibr. Queste fregate possono scortare altre navi e anche attaccare obiettivi a terra. Dopo l’affondamento dell’incrociatore Moskva, la flotta russa del Mar Nero era scesa a soli tre grandi navi combattenti, la migliore è proprio la nuova fregata missilistica Admiral Makarov. Il Cremlino non ha alcuna informazione su navi russe colpite nel mar Nero. Lo afferma il portavoce Dmitry Peskov sottolineando come la notizia del missile che avrebbe centrato la fregata Admiral Makarov provenga da fonti ucraine. Neanche il Pentagono non ha elementi che possano confermare che la fregata russa Makarov sia stata colpita dall’Ucraina. “E’ tutto il giorno che ci stiamo lavorando ma al momento non abbiamo informazioni che corroborino queste notizie”, ha detto il portavoce del Dipartimento della Difesa americana, John Kirby.

Kiev: «Durante la tregua i russi sparano sui civili»

Nel 72esimo giorno dall’invasione dell’Ucraina le truppe di Putin continuano ad attaccare le città ucraine. Secondo Zelensky, dall’inizio della guerra sul Paese sono stati lanciati dai russi oltre duemila missili. Particolarmente drammatica la situazione sull’acciaieria Azovstal fatta bersaglio di continui attacchi tanto che lo presidente ucraino ha affermato: «Immaginate l’inferno. Più di due mesi di continui bombardamenti e morte costante nelle vicinanze».
E sulla città la Difesa ucraina mette in guardia i cittadini: «Gli occupanti russi possono organizzare massicci bombardamenti in vista del 9 maggio».
Una data che però per i russi non coinciderà con eventuali celebrazioni a Mariupol. Dalla città sono stati evacuati 500 civili. Anche se il battaglione Azov denuncia che «durante il cessate il fuoco nel territorio dell’acciaieria, le truppe russe hanno sparato su un’auto che stava trasportando civili, uccidendo almeno una persona».

Zelensky: «Mosca non ha intenzione di fermare la guerra»

 L’assedio a Mariupol, all’acciaieria Azovstal, «può essere spezzato dall’Ucraina con le armi appropriate, se le avremo». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenendo in video conferenza a un evento organizzato dal centro studi britannico Chatham House.
Mariupol «è un esempio di assedio, di torture» e mostra «l’attitudine disumana dell’esercito russo e la sua crudeltà», ha detto ancora il presidente ucraino, aggiungendo che «la cosa più spaventosa è che questa crudeltà è ordinata dal Cremlino». «Non riusciamo a vedere nessuna intenzione da parte russa di mettere fine alla guerra», ha ribadito Zelensky.

Guerini: «Continueremo a inviare armi»

«Il governo sta lavorando a sostegno dell’Ucraina in base alle indicazioni che sono state date dal Parlamento, con una risoluzione adottata a grandissima maggioranza, quasi all’unanimità». Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, a margine di un appuntamento elettorale a Lodi, lo precisa dopo le continue polemiche nella maggioranza sull’invio di armi all’Ucraina.
«In quella risoluzione – ribadisce Guerini – si impegnava il governo anche a sostenere, attraverso l’invio di materiale militare, la resistenza Ucraina, con sistemi d’arma difensivi: è quello che stiamo facendo. Lo abbiamo fatto con gli invii fatti finora insieme agli altri paesi europei, insieme ai paesi i paesi alleati, e sulla base del mandato ricevuto dal parlamento».
«È giusto che vi sia un continuo confronto tra governo e parlamento. Ieri ero in commissione Difesa congiunta di Camera e Senato: il governo è sempre disponibile a confrontarsi, ed è giusto che il Parlamento ne verifichi l’attività, però – sottolinea l’esponente dem – credo che il Parlamento si sia pronunciato in maniera molto chiara sul sostegno che stiamo dando».
«Credo che il Parlamento si sia pronunciato in maniera molto chiara sul sostegno che stiamo dando. Dobbiamo continuare in questa direzione, certo sostenendo insieme l’invio di materiale ed equipaggiamenti militari, le sanzioni, e anche tutte gli sforzi per arrivare a una soluzione negoziale, a un cessate il fuoco e poi a un negoziato vero».
Siamo, aggiunge il ministro della Difesa, di fronte «alla guerra di Putin all’Ucraina: invasione che non ha alcun fondamento, in totale spregio ai principi del diritto internazionale. E a cui la comunità internazionale ha reagito in maniera coesa e compatta. Il nostro obiettivo e’ arrivare a un negoziato vero, alla pace, ma anche al rispetto del diritto internazionale, consentendo a un Paese aggredito di potersi difendere».

L’Arcivescovo di Kiev denuncia fosse comuni e stupri sui minori

Quello che avviene in Ucraina è una «catastrofe umanitaria», con «10 milioni di cittadini ucraini costretti a lasciare le proprie case» e quasi 5 milioni di ucraini che hanno abbandonato il Paese, mentre «nei territori occupati e poi liberati si sono scoperte cose tragiche», come «fosse comuni», che sono oggi «luoghi di preghiera per tutti: ortodossi, cattolici, protestanti, ebrei, musulmani». Così l’arcivescovo di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, intervenendo alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
«Oltre ai corpi massacrati, c’è il grande dramma degli stupri», perché, ha denunciato il capo della Chiesa greco-cattolica Ucraina, sono «stati violentati uomini, donne, bambini». «E poi, gli edifici religiosi, perché in 70 giorni di guerra, quasi 100 chiese, monasteri ed edifici religiosi sono stati distrutti».

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