REGGIO CALABRIA «Nonostante tutti gli sforzi messi in capo per risolvere il grave problema dei rifiuti, ancora una volta, registriamo una mancanza di visione su sviluppo sostenibile e gestione virtuosa dei rifiuti. Il nostro Laboratorio politico lavora da mesi su queste tematiche e, proprio lo scorso 20 Aprile, abbiamo presentato le nostre linee programmatiche in una conferenza stampa tenutasi a Cosenza. Il nostro modello è quello dell’economia circolare integrata con la transizione energetica green; il nostro obiettivo, realizzare in Calabria un modello virtuoso che metta la nostra Regione e il Mezzogiorno al centro delle politiche ambientali ed energetiche nazionali». È quanto si legge in una nota del laboratorio politico Primavera della Calabria. «Per questo, — prosegue la nota — contestiamo la scelta della Regione di raddoppiare la linea del termovalorizzatore di Gioia Tauro, prima e a prescindere da una approfondita valutazione di impatto ambientale, sulla salute delle persone e in assenza di un piano regionale sulla gestione dei rifiuti che lo dimensioni alle reali esigenze dei territori. Per questo motivo, condividiamo la posizione dei Sindaci della Piana che chiedono – a ragione – un percorso partecipato e la attenzione alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e chiediamo al governo regionale di “raddoppiare” il suo impegno per definire al più presto un “Piano regionale sui rifiuti e per l’economia circolare”, di concerto con le amministrazioni locali, le associazioni, i comitati, gli istituti scolastici, le università, le imprese e gli enti di ricerca, con l’obiettivo non solo ad aumentare la percentuale di raccolta differenziata, ma anche di creare una filiera per il riciclo del rifiuto differenziato (organico, plastica, carta, vetro, materiali elettrici ed elettronici), con ricadute positive non solo in termini economici, ma anche di opportunità occupazionali, innovazione tecnologica, culturale e internazionalizzazione per la nostra Regione. Già in passato abbiamo manifestato contro l’impiego e la realizzazione di nuove discariche, proprio perché rappresentano il modo più impattante e meno ecologico di smaltire i rifiuti. Ma se davvero vogliamo bloccarle e impedire che i nostri rifiuti vengano sotterrati o spediti fuori Regione con un impatto ambientale “rimosso” e scaricato altrove, ma non risolto, una gestione opaca di tali trasferimenti e un carico insostenibile per i bilanci pubblici, la soluzione non può essere dire “No” a tutto e a prescindere, ma trovare la soluzione meno impattante e più ecologica possibile per lo smaltimento di quella quota minima e ineliminabile di rifiuti che non può essere riciclata (es.: rifiuti sanitari). Il resto è solo populismo e demagogia, che pesa sulla vita, sulla salute e sul futuro delle persone ed è il migliore alleato per chi mira a mantenere un modello di gestione e trattamento dei rifiuti vetusto e opaco. Non ce lo possiamo permettere. Relativamente al termovalorizzatore di Gioia Tauro, la quantità prevista di rifiuti in entrata all’ammodernato termovalorizzatore rappresenterebbe circa il 40% dei rifiuti prodotti in Calabria, una quota molto distante dal concetto di economia circolare e dai vincoli europei, e su questo chiediamo una profonda riflessione, anche sull’opportunità di realizzare più impianti, più piccoli e meno impattanti, tenuto conto anche delle emissioni dovute al trasporto dei rifiuti verso un unico sito di smaltimento regionale. Tutto ciò premesso, noi ci consideriamo favorevoli all’efficientamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro, a condizione che: 1) sia dimensionato sulle effettive esigenze del territorio e sia inserito in un processo di economia circolare e riciclo ottimizzato dei rifiuti, ovvero che venga termovalorizzato solo il residuo minimo indifferenziato e non altrimenti riciclabile; 2) si utilizzino le tecnologie più all’avanguardia e meno impattanti (nel rispetto delle BAT di settore), in particolare per il trattamento dei fumi, la gestione delle ceneri e flussi residuali; 3) l’energia elettrica prodotta sia immessa in rete e i ricavi utilizzati prioritariamente per i servizi pubblici; 4) la domanda energetica dell’impianto provenga completamente da fonti di energia rinnovabile (ad es. solare, geotermica); 5 la gestione sia affidata a una società a capitale prevalentemente pubblico e partecipato dai cittadini tramite l’azionariato diffuso, secondo i criteri di una governance partecipata con le amministrazioni locali e le associazioni di settore. A tal fine, – prosegue la nota – chiediamo fin da subito la creazione di un tavolo tecnico-politico permanente che assista la progettazione, la realizzazione e la gestione delle opere nel tempo. Solo così inquadrati, i termovalorizzatori posso essere coerenti con un modello di “economia circolare green” capace di eliminare alla radice il ricorso alle discariche e fornire una fonte energetica addizionale per il territorio. Chiediamo, quindi, che la Regione Calabria riformuli la manifestazione di interesse e il successivo bando di gara inserendo dei criteri di ammissibilità legati ad aspetti tecnici e di gestione, con particolare attenzione alla trasparenza, alla sostenibilità ambientale, al monitoraggio e all’economia circolare, prevendo in parallelo misure per creare filiere del riciclo con l’obiettivo di raggiungere il 55% di riciclo di rifiuti urbani entro il 2025».
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