CROTONE «Con una fedeltà creativa mi pongo a servizio di della Chiesa di Lamezia Terme affinché possano essere valorizzate tutte le cose positive e belle, come ricchezza da portare avanti». Sono queste le prime parole pronunciate da don Serafino Parisi dopo l’ufficializzazione della sua nomina da parte di Papa Francesco quale nuovo vescovo di Lamezia Terme. L’annuncio è avvenuto oggi in contemporanea nella Cattedrale di Crotone – la diocesi di provenienza di don Parisi – e nella Cattedrale di Lamezia Terme. «Quando ho appreso la notizia – ha detto don Serafino Parisi parlando con i gironalsiti a margine della cerimonia nella cattedrale di Crotone ero talmente confuso che non ho pensatoo a nulla se non al fatto di come possono capitare queste cose che vengono guardate con gli occhi di Dio. Gli occhi del Signore sono quelli della grazia e della misericordia. Danno sempre una possibilità in più, abbiamo questa certezza che viviamo come speranza di recuperare sempre e di poter essere segno di rinascita». Don Serafino Parisi ha ricordato poi monsignor Agostino, che – ha sostenuto «all’epoca fece partire don Pino Caiazzo, don Fortunato Morrone, don Tonino Staglianò e me con quella indicazione precisa di studiare, formarci e tornare. Ora – ha aggiunto il neo vescovo di Lamezia Terme – ci troviamo per divine coincidenze tutti e quattro vescovi, ma tutti noi penso abbiamo rispettato la volontà di Agostino che è stato lungimirante, aveva una visione di Chiesa e servizio, aveva un orizzone ampio. Noi ci siamo buttati in questa visione con passione e slancio, e con sano orgoglio. Alla fine è bello poter mettere quella formazione a disposizione della Chiesa diocesana e poi della Chiesa di Calabria». Don Parisi ha poi osservato: «Tra gli auguri a cui non potevo rispondere essendo sotto segreto pontificio ce n’è uno molto bello: resta quello che sei. E’ un impegno che prendo ma cmi conosce sa che onorerò». A Lamezia don Parisi raccoglierà il testimone di monsignor Schillaci, che andrà a guidare la Diocesi di Nicosia, e di monsgnor Cantafora, anch’egli crotonese: «Monsignor Cantafora ha fatto la sua storia, ha fatto un tratto di storia di Lamezia. Adesso con una fedeltà creativa mi pongo a servizio di quella Chiesa affinché possano essere valorizzate tutte le cose positive e belle, come ricchezza da portare avanti. La diocesi di Lamezia è un impegno, che gioca su due livelli: quello del dono, del quale mi sento davvero investito, ma al tempo stesso della responsabilità che conto di poter mettere in campo così come so fare, con le mie forze, le mei capacità e con l’aiuto del signore che certo con il dono del suo ssirito non mi farà mancare».
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