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la decisione

Cosenza, circonvenzione di incapace. Archiviata la posizione di una 40enne

La donna è risultata vittima e non complice del progetto criminoso. Il tribunale dei minorenni aveva disposto l’allontanamento della figlia dalla famiglia

Pubblicato il: 09/05/2022 – 18:16
Cosenza, circonvenzione di incapace. Archiviata la posizione di una 40enne

COSENZA Il Tribunale di Cosenza si è pronunciato sulla richiesta di archiviazione di K.S. 40enne di Montalto Uffugo (difesa dall’avvocato Gianpiero Calabrese) accusata di circonvenzione di incapace in concorso con un’altra persona.

I fatti

La donna era stata sottoposta, con ordinanza emessa il 9 marzo del 2021 dal gip del Tribunale di Cosenza, alla misura cautelare della custodia in carcere. Secondo l’accusa, K.S. avrebbe commesso il reato in concorso con M. E. perpetrato ai danni di una minore. Alle indagate era stato contestato di aver concorso all’ingiusto profitto a favore di M.E., abusando dell’inesperienza della giovane vittima e del suo stato di infermità psichica «peraltro attestato dalla documentazione sanitaria», in modo da renderla succube e totalmente dipendente da loro. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, le indagate avrebbero fatto credere alla persona offesa di essere vittima di sortilegi «che avrebbero potuto mettere in pericolo la sua vita e quella del padre» inducendola, a consegnare ripetute somme di denaro per l’esecuzione di presunti riti di guarigione. Nel corso dell’interrogatorio reso davanti al gip, M.E. ha espressamente riconosciuto la propria colpevolezza, fornendo un’ampia confessione. Ha ammesso di aver circuito la minore ragioni di lucro, perseverando nella condotta criminosa, reiterando le proprie richieste di denaro anche in concomitanza con il ricovero della minore. Nel suo racconto, M.E. ha anche escluso la responsabilità di K.S. nei gravi episodi contestati. La stessa è rimasta estranea al progetto criminoso. Per questo motivo il gip ha disposto l’archiviazione di K.S. Il Tribunale dei minorenni – a seguito di quanto emerso nel corso del processo – aveva deciso l’allontanamento della figlia (gravemente malata) di K.S. Poi risultata essere vittima e non complice del progetto criminoso. (f.b.)

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