PAOLA Il Commissariato di Polizia di Paola, un anno fa, eseguì due misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di M.R. ritenuto responsabile dei reati di prostituzione minorile e di detenzione di materiale pedopornografico in danno di due ragazze minorenni e di V.O. nonna delle minori, resasi responsabile di tentata estorsione nei confronti di M.R. Le investigazioni presero il via a seguito del tentativo di suicidio di una delle due minori (qui la notizia). La donna poi venne scagionata.
A finire nei guai, dopo le prime misure eseguite dalle forze dell’ordine, fu la mamma delle bimbe D.N., arrestata e posta ai domiciliari a Paola a seguito della decisone del gip di Paola che l’ha condannata a sei anni nel febbraio del 2022. L’accusa nei suoi confronti è di aver favorito la prostituzione delle giovani figlie.
L’avvocato di D.N., Sabrina Rondinelli, ha presentato appello presso la Corte di Assise di Catanzaro ritenendo di avere in mano prove schiaccianti e in grado di scagionare l’imputata dalle accuse mosse nei suoi confronti. Nello specifico, saranno presentati nel corso del procedimento alcuni file audio che conterrebbero la testimonianza diretta della totale estraneità ai fatti contestati da parte della madre delle bambine.
L’attività d’indagine ha avuto inizio nel mese di settembre 2020, in seguito al tentativo di suicidio realizzato da una delle minori coinvolte, nei pressi della Stazione Ferroviaria di Paola. La ragazza si era mostrata esasperata dalle dicerie sul suo conto messe in giro da alcune coetanee e riguardanti i suoi presunti rapporti sessuali con persone anziane. M.R. – secondo l’accusa – avrebbe compiuto atti sessuali a pagamento con la ragazza e con la sorella minorenne. Gli agenti del commissariato di Paola, hanno poi monitorato i movimenti di M.R., sorpreso in compagnia delle giovani a passeggiare in auto in zone appartate del lungomare di Paola e nei parcheggi isolati di un noto centro commerciale della zona. Agli spostamenti sarebbero poi seguiti atti di natura sessuale perpetrati da M.R. nei confronti delle ragazze «costrette a cedere alle richieste dell’anziano dietro il corrispettivo di soldi o di regalie varie che andavano dalle poche decine di euro, alle sigarette e ai vestiti sino a generi alimentari di prima necessità e di risibile valore economico (es. confezioni di uova, di latte)». L’uomo, inoltre, avrebbe indotto le ragazze a realizzare alcuni scatti intimi, accumulando materiale pedopornografico.
M.R. avrebbe poi chiesto alla madre delle minori di poter avere fotografie che ritraessero la terza figlia, di soli 5 anni. Nel corso delle indagini, in particolar modo dalle intercettazioni, è emerso uno spaccato di vero e proprio degrado morale della famiglia delle ragazze, conviventi anche con la nonna. (f.b.)
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