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La “grosse koalition” di Donato senza simboli di partito. «Non mi faccio imporre i candidati da altri organi dello Stato…» – VIDEO

Il candidato sindaco presenta il suo schieramento, che comprende anche Lega e Forza Italia. «Ho detto già qualche no»

Pubblicato il: 10/05/2022 – 13:30
La “grosse koalition” di Donato senza simboli di partito. «Non mi faccio imporre i candidati da altri organi dello Stato…» – VIDEO

CATANZARO Dieci liste, come da previsioni. Prende forma e sostanza la “grosse koalition” che sostiene la candidatura a sindaco di Valerio Donato, che oggi ha presentato ufficialmente le forze che lo sosterranno alle Comunali del 12 giugno. Uno schieramento composto da sigle civiche, senza simboli ufficiali di partito anche se Forza Italia e Lega sono riconoscibili rispettivamente dietro le sigle Catanzaro Azzurra e Prima l’Italia. Nel dettaglio, con Donato, docente universitario ex Pd in lizza con una proposta civica ma dai chiari contorni ormai anche politici, si schiereranno Rinascita (la lista del candidato sindaco), Avanti (promossa dai fratelli Guerriero), Catanzaro Azzurra, Italia al Centro (ispirata da Gaetano Quagliariello), Alleanza per Catanzaro, Prima l’Italia Catanzaro Prima di Tutto, Fare per Catanzaro (promossa da Sergio Costanzo), Progetto Catanzaro, Volare Alto. Ci sono tutti, al tavolo con Donato per la presentazione delle liste, a partire dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, plenipotenziario della Lega sul territorio, che porta in dote allo schieramento Prima l’Italia e Alleanza. Ecco come Donato inquadra il perimetro del suo schieramento, che raggruppa sigle di centro, di centrodestra e di centrosinistra. «Non sono assolutamente preoccupato per il fatto che ci sono forze diverse, anzi, penso sia il successo di una proposta politica com’era nata, per aggregare tutte le forze politiche e le liste della città che fossero interessate a un’evoluzione positiva della comunità cittadina. Non posso che ringraziare le liste che hanno ritenuto di accogliere una proposta libera, inizialmente sostenuta da nessuno, nata da anni di esperienza, e che ha avuto l’ambizione di disegnare un possibile, uno tra i possibili progetti per lo sviluppo della città», cice Donato parlando con i giornalisti. E poi precisa: «Non ci sono simboli di partito, ma non certo per nascondersi. Sono scelte autonome delle singole liste: io non ho mai chiesto a nessuno di chiamarsi con un nome differente, né l’avrei fatto men che meno in questa occasione. E’ una scelta dettata da ragioni maturate all’interno dei gruppi. Ma – rimarca il candidato sindaco – sono oltretutto facilmente identificabili i partiti di riferimento, quindi non c’è nessun intento negativo di celare le proprie posizioni».

Sul tema del rinnovamento delle candidature Donato respinge al mittente le critiche: «Questa è una vecchia polemica, è l’unico argomento che i miei competitor mettono in campo, non ho mai ricevuto una critica sul programma eppure di cose ne ho dette, qualcuno ha tentato ma con critiche inesistenti. Sono tutti candidati in gran parte contattati dai miei competitor, non sono riusciti a ricevere l’adesione alla loro proposta e allora se quei candidati vanno bene per loro certamente potranno andare bene per me. Faccio solo un piccolo ragionamento: il rinnovamento a tutti i costi – afferma il candidato sindaco – non è garanzia di efficienza del Consiglio comunale, basti pensare che l’ultimo Consiglio comunale era in gran parte rinnovato. E poi in fondo, la parola ultima è degli elettori, e gli elettori si renderanno conto se la loro azione politica è stata positiva e quindi li voteranno o se non è stata positiva non li voteranno. Ma lasciamo agli elettori almeno questa libertà. Non formiamo le aristocrazie della politica come ormai sono abituati a fare molti partiti che da Roma dettano i loro candidati per le città. Facciamo votare i cittadini così i cittadini liberamente potranno scegliere». Preciso poi il messaggio sul tema della “pulizia delle liste”, rispetto al quale Donato non si tira indietro: «Ho detto qualche no a qualche nome che ho potuto intravvedere, adesso le guarderò con attenzione nei prossimi giorni prima del 14 maggio. Con molta nettezza: non lascio fare le liste ad altri organi dello Stato. Penso che ci siano delle ipotesi in cui, per opportunità, sia preferibile che alcune persone non si candidino, ma lascio ovviamente ampia liberà perché sono effettivamente, e non retoricamente o nominalmente garantista. Poi, ovviamente se i cittadini riterranno che alcune condotte possono essere fortemente censurate gli elettori potranno non votarli ma perché dobbiamo precludere ai cittadini la possibilità di esprimere il proprio voto. Davvero – prosegue il candidato sindaco – questo non lo capisco. E’ una concezione baronale e aristocratica della politica che rinnego e rigetto. Mi sono rifiutato di parlare prima che si effettuasse la scelta di qualunque candidato con il centro romano, figuriamoci se oggi mi metto nella prospettiva che siano altri a determinare i candidati. Ogni lista potrà determinare i propri candidati, ovviamente nei limiti che mi sono permesso di indicare e che spero possano essere rispettati da tutti». Infine, un passaggio sulla scelta di Fratelli d’Italia di correre da sola: «E’ una logica che è prettamente politica, quella di FdI, che io ovviamente rispetto. Una logica che si muove in un quadro nazionale, come si sa io ho tenuto a tenere la mia proposta politica fuori dal quadro nazionale, perché ho l’impressione – conclude Donato – che il quadro nazionale comprometta molto l’azione positiva che si può svolgere sulla città». (c. a.)

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