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L’iniziativa

Cgil contro la giunta Succurro: «Minacce contro nostri esponenti». La replica: tentativo di nascondere il flop

Una settantina i partecipanti alla manifestazione del sindacato. Una protesta indetta per solidarietà all’esponente Rsu del Comune

Pubblicato il: 11/05/2022 – 19:22
Cgil contro la giunta Succurro: «Minacce contro nostri esponenti». La replica: tentativo di nascondere il flop

SAN GIOVANNI IN FIORE L’odierna assemblea dei lavoratori comunali della Cgil ha mostrato diversi accenti politici contro la giunta municipale di centrodestra, guidata da Rosaria Succurro. Sono stati una settantina i partecipanti all’iniziativa, tenuta nella piazza del municipio di San Giovanni in Fiore, che il Comune non aveva concesso, avendo autorizzato la riunione in altro spazio pubblico. Hanno aderito pochissimi lavoratori, alcuni arrivati addirittura da Acri e Longobucco. Tra i presenti si sono visti alcuni ex assessori della giunta comunale precedente, di centrosinistra, i già sindaci Antonio Barile e Riccardo Succurro, qualche componente del Centro internazionale di studi gioachimiti, gli esponenti socialisti Giovanni Oliverio e Pierino Lopez. Alcune contestazioni sono arrivate sul posto da precari della cosiddetta «Legge regionale numero 15». «A chi dobbiamo credere? Sono anni che siamo in queste condizioni e non abbiamo garanzie», ha urlato un signore sui quarant’anni, mentre un anziano di passaggio ha riferito che «qui si sta organizzando un partito trasversale, tutti uniti contro la sindachessa, che ora è anche presidente della Provincia di Cosenza: dall’ex scopellitiano Barile allo zio della Succurro, che dirige gli Studi gioachimiti ma fa politica nel Pd; dalla Cgil agli amici di Mario Oliverio», già presidente della Regione Calabria.
Il segretario regionale del sindacato, Angelo Sposato, ha chiarito le ragioni della manifestazione: «un segnale di solidarietà e vicinanza a Giovambattista Barberio», dipendente del Comune di San Giovanni in Fiore eletto come rappresentante Cgil nelle Rsu e «poi trasferito al cimitero» dall’Ufficio tecnico del municipio. Alessandro Martire, responsabile dei Servizi cimiteriali del Comune, ha spiegato in separata sede che il trasferimento risale allo scorso ottobre, mentre le elezioni delle Rsu sono successive.
Maria Grazia Cortese, segretaria della Cgil locale, ha lamentato che l’amministrazione comunale ha fatto campagna contro la sua sigla sindacale, che invece si era «offerta di collaborare al piano del fabbisogno di personale dello scorso agosto, ma non è stata ascoltata». «Abbiamo lottato tanto per i diritti dei lavoratori e per le stabilizzazioni degli Lsu e degli Lpu, come – ha dichiarato Cortese – per l’aumento delle ore lavorative. Adesso il Comune dovrà mandare l’apposito rendiconto individuale alla Regione, in modo che l’aumento venga attuato».
Sposato ha accusato che diversi lavoratori «sono stati minacciati a non partecipare all’iniziativa», ma il vicesindaco di San Giovanni in Fiore, Daniela Astorino, a parte ha replicato: «Pure affermazioni politiche per giustificare il brutto flop. Noi abbiamo stabilizzato oltre 100 ex Lsu ed Lpu e ora, grazie a un bando della Regione, stiamo per aumentare le ore a questo personale, fino a 28».
Sposato ha promesso: «Lavoreremo per far tornare San Giovanni in Fiore così come era, una realtà gloriosa e importante». Il numero uno della Cgil calabrese ha aggiunto: «Anche la Provincia di Cosenza merita di meglio. La Cgil dialoga con tutti, dal governo alla Regione Calabria, ma non riesce a discutere con la giunta comunale» di qua. Sposato ha poi anticipato che il prossimo lunedì 16 maggio il sindacato avrà un incontro con l’assessore regionale alla Forestazione, Gianluca Gallo, per proseguire il lavoro su «un grande piano di manutenzione del territorio», già esposto a Roma e volto, con l’obiettivo di utilizzare misure e fondi del Pnrr, a «mettere insieme Protezione civile, Calabria Verde e consorzi di bonifica».
Giovambattista Nicoletti, dirigente della Cgil, ha raccontato che il sindacato sta lavorando da tempo ad un percorso di stabilizzazione dei lavoratori della «Legge 15, che non hanno alcuna forma di contrattualizzazione e sono utilizzati dai Comuni di San Giovanni in Fiore, di Acri, Longobucco e altri, della provincia di Reggio Calabria». «La vicepresidente Princi – ha proseguito Nicoletti – sembra ben disposta a seguire un percorso che avevamo iniziato con Jole Santelli, con il quale pensiamo di far seguire ai lavoratori in questione una strada analoga a quella dei lavoratori dell’allora Fondo sollievo (oggi Calabria Verde, nda), sfruttando le agevolazioni della disoccupazione agricola tramite un ente sub-regionale da creare di proposito. Con recente legge regionale, e devo dare atto dell’impegno del presidente Roberto Occhiuto al riguardo, sono stati storicizzati i circa 11 milioni per i lavoratori della Legge 15, che quindi potrebbero essere pagati dall’ente di cui ho detto, con la possibilità di trovare altre risorse per le stabilizzazioni».
All’assemblea sono intervenuti anche Bruno Schipano, dirigente della Cgil regionale, e Umberto Calabrone, segretario della Cgil di Cosenza. Nessun lavoratore ha preso la parola.
A San Giovanni in Fiore ci sono poco più di 330 precari della Legge 15 e moltissimi giovani emigrati, di cui si parla poco, quasi mai. L’impressione è che questa realtà montana, ancora sopra i 15mila residenti, sia rimasta prigioniera della logica del conflitto permanente. Ma con la crisi economica il dialogo e il confronto sono indispensabili. (redazione@corrierecal.it)

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