CATANZARO Un sogno che è diventato realtà all’insegna della valorizzazione del territorio. Caparbietà e senso della comunità accomunano donne e uomini di un borgo che vuole guardare al futuro con rinnovata fiducia, quella che nasce dalle opportunità offerte ai giovani che restano, attraverso la creazione di lavoro e servizi. Nelle firme dell’atto costitutivo della cooperativa di comunità “Le cinque Icone” – avvenuta ieri mattina a Catanzaro – c’è questo e molto altro. Coordinati dalla presidente Anna Capicotto, accompagnati dal vice presidente di Legacoop regionale con delega alle cooperative di comunità Maurizio De Luca, soci e socie hanno tenuto a battesimo ufficialmente questo progetto, realizzato nel territorio di Pentone in collaborazione con Sibater, Legacoop e Anci che parte dalla rivitalizzazione dei terreni incolti proprio per promuovere iniziative imprenditoriali a servizio della comunità.
La cooperativa di comunità, presieduta da Anna Capicotto – che vede come vice presidente l’archeologo Francesco Cuteri, e consiglieri Maurizio Capicotto, Giuseppe Noto e Patrizia Russo – nasce con l’intento di “fornire servizi non solo a Pentone, dove nasce, ma a tutto il comprensorio: dalla rivitalizzazione dei terreni, che sono stati individuati grazie all’adesione alla “Banca delle Terre”. «Abbiamo deciso di mettere insieme le nostre forze per stimolare lo sviluppo di lavoro a livello locale e a servizio del comprensorio – ha dichiarato Anna Capicotto -. Nasciamo a Pentone, e il nome della nostra cooperativa richiama proprio l’antica denominazione del nostro borgo, per servire al comprensorio non solo al nostro Paese, ma per aumentare le opportunità di lavoro e quindi l’incremento dell’economia e del benessere sociale, con l’assistenza di Legacoop e Anci. Abbiamo deciso di tentare questa avventura perché noi tutti che abbiamo collaborato e investito in questo progetto abbiamo fiducia e fede nella nostra comunità: crediamo di poter incrementare quello che possiamo produrre, dalla terra e con la valorizzazione dell’artigianato, puntando sulla cultura e sulle tradizioni per incrementare il turismo e quindi la ricchezza del territorio. Anche il Comune ha creduto nel nostro progetto e ci ha facilitati».
Ricordiamo che il progetto di «Supporto istituzionale all’attuazione della Banca delle Terre» si svolge nelle otto regioni del sud Italia ed è finanziato dal Programma complementare al Pon Governance e Capacità istituzionale 2014-2020 (cofinanziato dai fondi strutturali e di investimento europei – fondi Sie). Gestito da Anci – Associazione Nazionale dei Comuni italiani, con il supporto tecnico della sua Fondazione Ifel – Istituto per la Finanza e l’Economia Locale. Ma un ruolo fondamentale per realizzare il passo successivo all’acquisizione delle terre, vale a dire il progetto concreto con cui si mettono insieme la forza, le idee e l’entusiasmo delle persone per concretizzare il possibile processo di valorizzazione dei beni “comuni” si trova nella pratica cooperativa favorita dall’adesione di Legacoop Calabria che sostiene la creazione delle cooperative di comunità come quella presieduta da Anna Capicotto. «Parliamo di persone che si mettono insieme per il bene della comunità – ha spiegato infatti Maurizio De Luca – e che quindi puntano al benessere di tutti. L’elemento cardine di una cooperativa di comunità è sicuramente il territorio per essere considerata tale, la cooperativa deve avere come obiettivo quello di produrre vantaggi a favore di una comunità alla quale i soci appartengono o che eleggono come propria. E questo territorio è la dimostrazione tangibile di come si può raggiungere l’obiettivo. Uno strumento flessibile come la cooperativa di comunità proprio per le sue caratteristiche può dare grandi possibilità ad attività imprenditoriali nelle aree interne a rischio di spopolamento». «L’obiettivo di Legacoop Calabria – conclude De Luca – è proprio avviare un percorso virtuoso per il bene esclusivo dei cittadini».
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