«Siamo scesi in campo per uno scopo: ricostruire il Partito democratico nella provincia di Cosenza. Un lavoro duro, faticoso, quotidiano che richiede il governo del partito e l’autorevolezza della segreteria. Per questo motivo non abbiamo inteso arretrare, fare passi indietro, rientrare in accordi stipulati a tavolino. I democratici, iscritti, simpatizzanti, elettori attuali e potenziali, non lo avrebbero compreso, non lo avrebbero accettato.
Concorrere in una competizione significa, umanamente, sportivamente, politicamente, concorrere per la vittoria. Perciò, senza giri di parole, abbiamo perso questo lungo congresso provinciale. Il lavoro di ricostruzione è, dunque, sulle spalle di Vittorio Pecoraro, a cui va il nostro augurio e a cui non faremo mancare la collaborazione, lì dove saremo da lui coinvolti.
Riconosciuto questo esito, alcuni elementi di riflessione sono possibili, anzi necessari.
In primo luogo, la tempistica del congresso è stata non solo lunga ma accidentata. La commissione regionale per il congresso ha cambiato più volte le regole in corso d’opera. La commissione nazionale ha preso un tempo sproporzionato per deliberazioni prevedibili, stante lo Statuto e i regolamenti nazionali. Questo tempo lungo e accidentato ha portato al ritiro della candidata Locanto ma anche ad un calo dell’entusiasmo e dell’impegno in molti militanti ed iscritti. Del resto, però, ha riacceso i riflettori sul Pd provinciale che non ha certo brillato per iniziativa politica e risultati elettorali negli ultimi anni.
In secondo luogo, questo di Cosenza è stata l’unica competizione vera nella nostra regione. Sia quello regionale che quelli delle altre federazioni provinciali sono stati congressi placidamente approdati ad accordi unitari, forse non risolutivi delle problematiche che hanno interessato il partito negli ultimi anni. A volte, un confronto vero, a viso aperto, è più utile di un accordo che spesso rinvia discussioni e scontri ad altre fasi, senza risolverli.
In terzo luogo, la proposta congressuale di Pecoraro ha avuto un ampio risultato in virtù di un ampio appoggio da parte dei rappresentanti istituzionali apicali del Pd. Questo, a nostro avviso, non ha risolto le dispute tra le correnti e i loro rappresentanti sui territori, ma le ha rinviate ad altri tempi, probabilmente quelli delle decisioni in merito alle Politiche. Con il rischio che ulteriori fibrillazioni attendano il Pd cosentino.
In quarto luogo, a fronte di uno schieramento così ampio a sostegno di Pecoraro, la nostra mozione ha raccolto un 26% di votanti. A ciascuno di loro va il nostro ringraziamento più sentito. Oltre alla bella vittoria nel circolo di Castrovillari, abbiamo saputo convincere 19 circoli su 70 ad accordarci la loro fiducia. Soprattutto circoli dei territori periferici a cui il partito non ha voluto e saputo guardare. Non abbiamo invece fatto breccia in molti circoli il cui numero di tesserati (alto) si è rilevato inversamente proporzionale al loro pluralismo interno. Cosa del resto preoccupante poiché potrebbe indicare che tanti potenziali iscritti non sono coinvolti da circoli monolitici.
In quinto luogo, riusciamo ad eleggere 16 delegati in assemblea provinciale. Parliamo di rinnovamento, non per la loro età, ma poiché nessuno di loro ha avuto ruoli di governo in questo partito. Rispetto alla ampia ma eterogenea maggioranza, questa pattuglia di delegati sarà forza di equilibrio e stabilizzazione, se il neo segretario riuscirà ad aprire la sua nuova frontiera.
In sesto luogo, il lavoro che abbiamo fatto è stato possibile grazie a una squadra radicata sui territori, attiva, motivata, capace di sacrifici e scelte difficili. Ci abbiamo lavorato negli anni, ma il congresso ha rafforzato questo spirito di squadra e lo ha palesato all’esterno. Siamo una squadra e continueremo ad esserlo.
In definitiva, pur nella sconfitta, dobbiamo esprime molta soddisfazione per un esito affatto scontato e che vede nascere un’aria controcorrente, nuova, autonoma, propositiva e pronta a interloquire con tutto il partito e soprattutto con tutti quelli che guardano da fuori al Pd e attendono segnali di apertura e novità. La nostra presenza ha dato e continuerà a dare questi segnali. Ad essere un faro per i cittadini calabresi nelle agitate e a volte tenebrose acque della politica calabrese».
*Per un Pd Controcorrente
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