L’incontro tenutosi ieri a Catanzaro, nella sede della Giunta regionale, tra il governatore Roberto Occhiuto e gli amministratori della Piana di Gioia Tauro, pur aprendo un dialogo istituzionale, ha sostanzialmente confermato le opposte posizioni tra la Regione e i sindaci contrari al progetto, che sabato scorso sono scesi in piazza per manifestare il loro “no” al raddoppio del termovalorizzatore.
«Legambiente Calabria è al fianco dei cittadini e degli amministratori locali – afferma la presidente dell’Associazione ambientalista, Anna Parretta – che stanno lottando per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini e ribadendo a chiare lettere che il raddoppio del termovalorizzatore a Gioia Tauro è una scelta completamente errata, dissonante rispetto alle politiche ambientaliste e contraria ai principi dell’economia circolare e dello sviluppo ecosostenibile». «Nessuna persona civile ed onesta – continua Parretta – vuole avere i rifiuti per le strade della Calabria, in nessuna stagione dell’anno e non solo d’estate quando dovrebbero arrivare i turisti, ma per realizzare davvero l’obiettivo la risposta non è bruciare i rifiuti con tutte le evidenti conseguenze su ambiente e salute, ma differenziarli e trasformarli da problema in risorsa, costruendo sul territorio gli impianti della filiera del riciclo». «Suscita sconcerto – prosegue Anna Parretta – assistere al gap tra le dichiarazioni di principio e quanto poi l’Amministrazione regionale intende realizzare in concreto su alcuni territori. Una realistica visione del futuro della Calabria, che allo stato sembra mancare, non può che basarsi sulla normativa europea in materia di rifiuti e sugli obiettivi di contrasto alla crisi climatica nel rispetto dei vincoli posti dagli accordi di Parigi del 2015 e dal Green Deal Europeo per la riduzione delle emissioni climalteranti in atmosfera». «Non si deve confondere – continua – il piano della manutenzione straordinaria dell’impianto e dei lavori di riefficientamento del termovalorizzatore ( o inceneritore) per adeguarlo alle migliori tecnologie disponibili e renderlo meno inquinante possibile, con il piano, ben diverso, del suo raddoppio. Dovrebbe apparire chiaro a tutti che il raddoppio del termovalorizzatore richiederebbe anni per la sua realizzazione, così contraddicendo la prospettiva di rappresentare la soluzione della perenne emergenza rifiuti e sottrarrebbe risorse alla vera priorità costituita dagli impianti di riciclaggio. Soprattutto, il raddoppio comporterebbe la necessità di alimentare il termovalorizzatore di rifiuti, sino a bruciare circa un terzo dell’intera produzione calabrese, andando in direzione opposta rispetto alla tutela ambientale, alla raccolta differenziata ed all’economia circolare basata sulla riduzione dei rifiuti, sul riuso e sul riciclo».
«La normativa comunitaria è chiarissima nell’indicare obiettivi di riciclaggio dei rifiuti molto elevati già nei prossimi anni (per i soli rifiuti domestici al 55% entro il 2025, al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035), ma la Calabria è attualmente penultima a livello nazionale per raccolta differenziata con una percentuale inferiore al 50%. Un futuro vicinissimo che richiede interventi celeri e progetti basati su una visione chiara di medio e lungo termine. La sensazione, purtroppo, è che la Calabria, ancora una volta, stia rischiando di andare nella direzione sbagliata».
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