“Eppur si muove!” diceva Galileo Galilei, uno che se ne intendeva di cosa accade nei cieli. E in quelli di Reggio Calabria potrebbero presto muoversi più aerei di quanto oggi possa pensare un osservatore distratto (o fazioso) delle dinamiche che si stanno intrecciando. Intrecci, appunto. Parola azzeccata alla questione. Perché l’aeroporto dello Stretto è una matassa attorno a cui si intrecciano diverse situazioni burocratiche, amministrative e tecniche. Matassa di cui però, a quanto pare, qualcuno ha trovato il bandolo… e infatti sono in arrivo tante buone nuove.
Ma andiamo per ordine. Iniziamo da cosa ci ha spinti oggi a tornare sull’argomento… in virtù di riscontri incrociati e indizi raccolti dalla nostra redazione provenienti da diverse fonti, trovano conferma i rumors che arrivano sia da Roma sia dalla Calabria: l’agognato abbattimento delle limitazioni (quelle per cui solo un certo Francesco Cannizzaro si batte da oltre un anno) non è più un miraggio. La “zavorra” per eccellenza del nostro aeroporto pare sia brutta a sbriciolarsi sotto i colpi dell’insistenza politica targata Forza Italia. A tal punto da aver portato qualcuno nei corridoi di Enac a pronunciarsi addirittura sui tempi di questo fondamentale obiettivo per le sorti del “Tito Minniti”. Tempi che al momento non ci è dato sapere, ma già solo il fatto che siano stati calcolati, detti, forse programmati, e che a Roma se ne sia parlato, la dice lunga sulla piega che sta prendendo la cosa. Tant’è che il comunicato diramato ieri da Sacal, riguardo il rafforzamento dei voli ITA su Reggio e Lamezia, tra le righe ha confermato le indiscrezioni delle ultime settimane secondo cui ci sarebbero in arrivo ben altre buone notizie per il “Tito Minniti”. A dire di autorevoli fonti ufficiose, potrebbe trattarsi di questione di mesi, quindi addirittura entro l’anno 2022 o giù di lì.
In ogni caso, la notizia è che qualcuno sta lavorando tanto per l’aeroporto dello Stretto, seppur in sordina. Tanto a Roma quanto in Calabria.
Dunque, l’Enac starebbe finalmente prendendo in seria considerazione di cambiare quella limitante categoria C, grazie a tutte le pressioni politiche e le valutazioni tecniche che sono piovute sul tavolo della capitale nel corso dell’ultimo anno, senza lasciare tregua. E non sarebbe questa delle limitazioni l’unica novità per lo scalo reggino, su cui pare stiano finalmente convergendo tutte le forze positive di Reggio e della Calabria. Oltre ad ENAC con la questione limitazioni, anche Sacal pare abbia notevolmente accelerato sulla messa a frutto dei 25 milioni di euro dell’emendamento Cannizzaro che li vincola al “Tito Minniti”. Nei prossimi mesi, ci dicono, quindi prima dell’anno nuovo, dovrebbero essere mandati a gara tutti bandi che riguardano le ingenti risorse dell’emendamento alla Legge di Bilancio ancora non utilizzate dalla Società di gestione.
E c’è di più. Come se non bastassero le ultime incoraggianti indiscrezioni, a supporto della visione “cannizzariana” dell’aeroporto dello Stretto è arrivato anche “l’assist” di Roberto Occhiuto: grazie alla ferma volontà del Presidente della Regione, infatti, sono stati individuati dalla Regione circa 16 milioni di euro per gli oneri di servizio pubblico, affinché venga garantita la continuità territoriale del trasporto aereo con la frequenza giornaliera e con rotte verso destinazioni essenziali per lo sviluppo di Reggio e della Calabria. Imporre oneri di servizio pubblico significa rendere obbligatorio lo svolgimento di un servizio aereo secondo criteri di continuità, regolarità, capacità e tariffazione a cui i vettori non si atterrebbero se tenessero unicamente conto del proprio interesse commerciale. Le norme in materia di oneri di servizio pubblico consentono di fissare un importo massimo della tariffa per particolari categorie di utenti, come i residenti (Regolamento (CE) 1008/2008, articolo 16; Legge 17 maggio 1999, n. 144, artcolo 36). Nel limite di questo importo massimo, il vettore è libero di fare qualsiasi promozione tariffaria. E, oltre alle tariffe, si possono imporre altri elementi, come gli orari e il numero minimo di posti da assicurare. Tradotto in parole povere: questo consentirà di abbassare il costo dei biglietti per gli utenti e di avere maggiori opzioni di scelta sugli orari, attualmente spesso poco inclini alle necessità dell’utenza reggina.
Insomma, al di là dei tecnicismi, si tratta di tre buone notizie in un colpo solo. Tutto troppo bello per essere vero? Forse. Ma forse no. Magari è semplicemente il corso delle cose che inizia a prendere forma.
L’aeroporto di Reggio ha toccato il baratro in questi anni, è vero. Ma nel frattempo qualcuno ha combattuto (e lo sta facendo ancora, incessantemente, in sordina) per non farlo chiudere e per dargli lo sviluppo di cui è degno. Come si dice? “Chi la dura la vince!” …e non sarà certo merito di chi governa la Città da quasi un decennio se questo avverrà. (f.m.)
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