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Riforma dell’ordinamento giudiziario, incontro aperto a tutti nell’aula bunker di Lamezia

L’incontro è organizzato dalla sezione distrettuale di Catanzaro dell’Anm. Gli effetti della legge per l’informazione e sulla tutela delle vittime

Pubblicato il: 12/05/2022 – 15:21
Riforma dell’ordinamento giudiziario, incontro aperto a tutti nell’aula bunker di Lamezia

LAMEZIA TERME Il futuro del Paese passa anche dalla riforma dell’ordinamento giudiziario e del processo penale. Per questa ragione la sezione distrettuale di Catanzaro dell’Associazione nazionale magistrati ha organizzato un dibattito aperto a tutta la cittadinanza sul tema della Riforma.
L’evento si terrà lunedì 16 maggio alle 17 nell’aula bunker di Lamezia Terme.
Il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Paolo Sirleo parlerà dei riflessi della riforma sull’ufficio di Procura e sulle indagini penali. Il giudice del Tribunale del Riesame Filippo Aragona esaminerà il tema “dalla richiesta cautelare alla sentenza definitiva” mentre il giudice Pierpaolo Vincelli, della sezione civile del Tribunale di Catanzaro analizzerà la separazione delle carriere e tramutamento di funzioni. 
Gli effetti della riforma sulla tutela delle vittime sarà argomento spiegato dall’avvocato del foro di Vibo Valentia Giovanna Fronte. L’avvocato di Lamezia Aldo Ferraro parlerà del ruolo dell’avvocato alla luce della riforma, l’improcedibilità del processo e la sua ragionevole durata.
I limiti che la riforma ha sulla cronaca giudiziaria saranno espressi dal giornalista Arcangelo Badolati. Infine il professore dell’università Magna Graecia e avvocato Francesco Siracusano parlerà dei profili di legittimità costituzionale della riforma.

I «pericoli della nuova riforma»

Da parte dell’Associazione nazionale magistrati, Distretto di Catanzaro, vi sono stati già diversi interventi circa i pericoli della riforma dell’ordinamento giudiziario.
Lo scorso 28 aprile alle 11 è stato chiesto di leggere in tutte le aule d’udienza del Distretto, un messaggio sui «pericoli della nuova riforma».
«La Magistratura – era scritto nel documento –, all’unanimità, richiama l’attenzione dell’opinione pubblica sui pericoli della nuova riforma. È necessario evidenziare che l’approvazione dell’imminente legge delega di riforma dell’ordinamento giudiziario, lungi dall’assicurare maggiori tutele ed efficienza, mina i valori costituzionali dell’autonomia e dell’indipendenza della Magistratura, quali pilastri del sistema democratico e garanzia della piena tutela dei diritti. La riforma impone la gerarchizzazione negli uffici giudiziari e il primato assoluto delle statistiche, mortificando il ragionamento giuridico che, fino ad oggi ha consentito l’adeguamento dell’ordinamento giuridico alle esigenze di modernità della società. Il giudizio non sarà più libero e i magistrati non potranno valutare le peculiarità del caso specifico dovendosi conformare in modo burocratico e passivo ai precedenti delle Corti superiori, a danno di tutte le parti del processo: il magistrato sarà valutato positivamente, infatti, solo se si adeguerà a quello che è già stato deciso dai giudici di grado superiore, impedendo qualsiasi evoluzione del diritto».

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