COSENZA Si terrà nei giorni 25 e 26 maggio il convegno scientifico “La Cattedrale di Cosenza, dalla storiografia alle nuove letture” promosso dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria e curato dalla docente di storia dell’arte medievale, Stefania Paone. L’iniziativa, rientra nel calendario delle attività per le celebrazioni degli ottocento anni del Duomo di Cosenza coordinate dall’associazione 8centoCosenza aps. I lavori inizieranno mercoledì 25 maggio alle 15,15 presso l’aula “Alcaro” dell’Università della Calabria (cubo 28B, pianoterra). Giovedì 26 maggio alle 9,15 l’incontro si terrà nella Sala degli Specchi del Palazzo della Provincia, per la seconda sessione di lavori. La storia della cattedrale, tradizionalmente associata alla personalità dell’imperatore Federico II, che prese parte alla cerimonia di consacrazione il 30 gennaio 1222, è molto più antica. La sua istituzione risale infatti all’epoca paleocristiana. Verosimilmente all’età normanna si riferisce invece la nascita dell’edificio attuale, ricostruito a seguito del terremoto del 1184 e forse concluso negli anni di governo di Luca Campano, arcivescovo della città tra il 1203 e il 1227. La storia delle vicende costruttive è, tuttavia, da sempre ostacolata sia dalla penuria dei dati documentari sia dalle molteplici manomissioni di epoca moderna, nonché dai diversi interventi di restauro cominciati con la campagna della fine dell’Ottocento, la più invasiva, e proseguiti a più riprese fino al 1945. I relatori si confronteranno in un’ottica interdisciplinare sui vari aspetti delle fasi costruttive dell’edificio, ancora in parte da chiarire, e sul rapporto con il tessuto della città antica e medievale, ponendo attenzione al contesto edilizio della Calabria in età tardonormanna e sveva. A partire dalla tradizione storiografica, l’obiettivo dell’incontro è quello di offrire una nuova lettura della cattedrale cosentina e contribuire alla rivalutazione dell’originalità di una delle testimonianze medievali più significative del contesto storico-architettonico della regione, restituendola alla comunità nazionale e internazionale degli studiosi e alla società calabrese.
x
x