CATANZARO Più uomini che donne (che comunque sono quasi il 44%), oltre 20 gli uscenti tra assessori e consiglieri, una decina di “grandi ritorni”, qualche veterano sempreverde, qualche figlio d’arte e tanti volti nuovi, e in genere il solito sapore di pane e politica. La “carica” degli oltre 700 – per la precisione 710 – candidati al consiglio comunale di Catanzaro presenta il classico campionario di tutte le elezioni amministrative, aggiungendovi dinamiche tutte speciali legate a questa competizione, che ha di fatto scompaginato un bel po’ di equilibri politici, con le coalizioni frastagliate, soprattutto quella di centrodestra, che si è polverizzata in tre rivoli. Sotto questo aspetto, i tratti più eterogenei si riscontrano sicuramente nella coalizione che sostiene la candidatura a sindaco di Valerio Donato, che comprende aree di centrosinistra, di centro e di centrodestra, come Forza Italia, Lega e Udc, che peraltro non presentano i loro simboli ufficiali. Un big come il presidente del Consiglio comunale, Filippo Mancuso, plenipotenziario della Lega sul territorio, in questo senso è un esempio plastico, avendo ispirato due sigle di matrice civica come Prima l’Italia e Alleanza per Catanzaro.
Con Donato uno schieramento in effetti molto variegato, nel quale tra le candidature convivono estremi come – giusto per fare anche qui un esempio – Maurizio Caligiuri, già segretario di un circolo del Pd, e Jack Di Maio, già esponente di Forza Nuova. Ma va detto che a livello comunale, nel quale in gioco non ci sono le grandi ideologie, queste sono dinamiche assolutamente non inedite, per non dire che sono fisiologiche e non esclusive alla coalizione di Donato, se si pensa che – sempre un esempio – con il candidato sindaco di centrosinistra Nicola Fiorita si candida Elio Mauro, già assessore dell’Abramo bis.
Come fisiologico è il dato della prevalenza dei candidati consiglieri comunali uomini, rispetto alle donne: le donne sono infatti 311, il 43,9%, mentre gli uomini qualcosa in più di 400, una forbice evidente anche se meno evidente rispetto al passato. In sintesi, il numero delle donne candidato sindaco è in aumento rispetto alle precedenti competizioni cittadine: tra le candidature “in rosa” che risaltano, quelle di Giusi Iemma, presidente regionale del Pd, e di Donatella Monteverde, docente universitaria, con il centrosinistra di Nicola Fiorita, e tre assessori uscenti. In gran parte nelle liste volti nuovi, ma non mancano gli uscenti, in totale 29 tra consiglieri (sono 23), alcuni dei quali – va detto per onore di cronaca – ancora “dentro” l’inchiesta giudiziaria “Gettonopoli – e assessori (sono 6). In gran parte gli uscenti sono posizionati nella coalizione di Donato (13 consiglieri comunali, a partire dall’attuale presidente dell’assemblea civica Marco Polimeni, leader di “Catanzaro Azzurra” alias Forza Italia, e 5 assessori, cioè Nuccia Carozza, Alessandra Lobello, Lea Concolino, Rosario Lostumbo ed Ezio Praticò, mentre l’ultimo assessore uscente che si candida è Domenico Cavallaro, in corsa con l’aggregazione del candidato sindaco Antonello Talerico), due i consiglieri uscenti candidati con Talerico (Giulia Procopi e Lorenzo Costa) e due i consiglieri uscenti candidati nel centrosinistra guidato da Nicola Fiorita (Daniela Palaia e Nunzio Belcaro).
Com’è classico anche qui, ci sono poi tanti ritorni di fiamma, esponenti politici che hanno già fatto parte del Consiglio comunale, in alcuni casi la storia dell’aula rossa, e che ora ci ritentano: ecco così, nella coalizione di Fiorita, anzitutto Franco Cimino, l’ultimo segretario provinciale della storia della Dc, candidato sindaco nel 2006, rientrato in campo con una candidatura di grande suggestione (e amore per la città), e ancora un volto storico della sinistra catanzarese, Eugenio Occhini guerrigliero di tante battaglie anti speculazione e anti cementificazione, lo stesso Mauro, Danilo Sergi già Italia dei Valori e oggi Movimento 5 Stelle, il segretario cittadino del Pd Fabio Celia, Vincenzo Capellupo alfiere della “rivoluzione arancione” (mancata per un soffio) di Salvatore Scalzo, e Gianmichele Bosco punta d’attacco dello schieramento di Fiorita. Con Donato invece ci riprovano Giulio Elia, Mimmo Iaconantonio, Vittorio Cosentino, Manuel Laudadio.
Poi, gli “irriducibili” ed “eterni”, i candidati consiglieri e consiglieri praticamente di casa da qualche lustro a Palazzo De Nobili: i veterani sono Sergio Costanzo, Giovanni Merante, Johnny Corsi, Eugenio Riccio (in campo con Donato) e Lorenzo Costa (in campo con Talerico). E infine, tra i candidati al Consiglio comunale anche qualche figlio d’arte, come Gianluca Tassone (il papà è Mario, “leggenda” democristiana e più volte parlamentare e uomo di governo tra Prima e Seconda Repubblica) con Donato, Salvatore Passafaro (il papà è Franco, presidente del Consiglio comunale nella legislatura Olivo) e Fabrizio Battaglia (il papà è Marziale, già vicepresidente della Provincia). E’ giusto un quadro, sicuramente molto sommario (chi resta fuori non se ne dolga, la memoria non è una scienza esatta). Un quadro sommario anche perché è solo l’avanguardia di un vero e proprio “esercito”, quello che si schiera anche stavolta per un posto in Consiglio comunale. Un posto al sole, verrebbe da dire, perché oggi fare il consigliere comunale può avere un riscontro economico interessante, se si pensa che cumulando al massimo i gettoni di presenza quest’anno si può arrivare a circa 2000 euro, e dal 2024 a circa 2.800. Pane e politica. Per l’appunto. (a. c.)
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