Dalla denuncia per stalking alle intercettazioni che dimostrerebbero rapporti con la ‘ndrangheta. Si allarga sempre di più, facendo emergere nuovi retroscena, il caso esploso dopo la denuncia della giornalista e conduttrice del Tg1 Dania Mondini. La vicenda viene raccontata sulle pagine del quotidiano la Repubblica.
Nella denuncia della conduttrice l’accusa di essere stata «costantemente denigrata, demansionata, vittima di aggressioni verbali che l’hanno fatta finire più volte in ospedale». «Per la difesa della Mondini quello subito dalla conduttrice a partire dal 2018 è stalking. Gli indagati sono cinque dirigenti Rai: Filippo Gaudenzi, Andrea Montanari, Marco Betello, Piero Damosso e Costanza Crescimbeni. Ma i difensori della giornalista – scrive Repubblica – hanno precisato che indicheranno agli inquirenti anche altre responsabilità». L’uomo con cui, secondo i legali della donna, la conduttrice sarebbe stata costretta a lavorare è stato descritto come una persona che «soffre di disturbi della personalità, che ha comportamenti antisociali, non curando l’igiene personale e non riuscendo a trattenere flatulenze ed eruttazioni, che spesso si rende protagonista di violenze verbali soprattutto nei confronti delle colleghe e che parlava anche con quello che è considerato un esponente della ‘ndrangheta».
«Non solo flatulenze ed eruttazioni. – si legge su Repubblica – Il collega con cui era stata costretta a dividere la stanza Dania Mondini, conduttrice del Tg1 impegnata sul fronte dell’antimafia, aveva rapporti pure con l’ex deputato Paolo Romeo, condannato in via definitiva nel 2004 per concorso esterno in associazione mafiosa e lo scorso anno condannato in primo grado a 25 anni di reclusione nel processo “Gotha”, relativo agli intrecci tra i vertici delle cosche reggine e la massoneria. Proprio in tale procedimento – si legge ancora – il giornalista Rai, ancora in forze al Tg1, è stato intercettato mentre chiedeva raccomandazioni a Romeo per avere spazio nella tv pubblica: “Io sono venuto da voi a chiedervi una cosa…”». A giorni i legali della giornalista depositeranno la memoria contenente i particolari del caso alla Procura generale, che ha avocato l’inchiesta dopo che la Procura di Roma aveva deciso di archiviare le indagini e liquidare la vicenda come un caso di mobbing da discutere eventualmente in sede civile. «Una vicenda – sottolinea Repubblica – che potrebbe allargarsi e portare i magistrati a scandagliare dinamiche particolari interne alla tv pubblica».
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