SPEZZANO ALBANESE Può essere considerata la capitale della cintura arbëreshe in provincia di Cosenza e con i suoi 7mila abitanti è la più numerosa comunità italo-albanese. Spezzano Albanese, situata nella bassa valle del Crati affacciata sulla Sibaritide, oggi è governata dal sindaco Ferdinando Nociti, riconfermato nel giugno 2019 alla guida della del Municipio.
Dirigente del Partito democratico, già presidente della Provincia di Cosenza facente funzioni dopo le dimissioni di Franco Iacucci, Nociti è stato designato dal partito e dalla coalizione di centrosinistra alla presidenza dell’ente intermedio, con scarso successo, anche a causa della candidatura del suo collega di Corigliano Rossano, Flavo Stasi.
Il comune di Spezzano Albanese oggi potrebbe annoverarsi tra gli enti virtuosi in ambiti in cui molti comuni affannano.
«Spezzano Albanese – dice Ferdinando Nociti al Corriere della Calabria – in questi anni non ha vissuto, rispetto a tante altre realtà, un’emergenza o un dramma nella gestione dei rifiuti. Abbiamo puntato sulla differenziata garantendo la raccolta in maniera quotidiana e regolare. Qualche problema, invece, lo registriamo nell’abbandono nelle nelle aree periferiche e nelle campagne. In proposito dovremmo continuare l’opera di sensibilizzazione sul tema predisponendo, però, anche controlli e sanzioni».
In ambito sanitario, il primo cittadino di Spezzano Albanese, auspica il rafforzamento della rete territoriale. «C’è poco da fare, vanno potenziati gli ospedali, diversificandone l’offerta sanitaria. Allo stesso tempo va assolutamente migliorata la sanità dei territori con maggiore presenza di guardie mediche, postazioni di 118, più ore di specialistica ambulatoriale e rafforzamento dei medici di base nei vari comuni. Solo con questa sinergia di azione (ospedaliera e di distretto) si possono risolvere i problemi in materia sanitaria».
Per indurre le future generazioni a continuare a vivere sul territorio, una delle sfide da vincere è l’occupazione. «Sono convinto – spiega Nociti – che sia necessario puntare sulle qualità della nostra splendida terra e sulle capacità dei suoi abitanti. Bisogna investire sull’agricoltura e su quelli che io definisco i nostri “turismi”, il turismo del mare, della montagna, il turismo religioso, l’archeologia, il termalismo e l’identità arbereshe. Può essere fondamentale la collaborazione con le Università, in modo che la nostra Calabria possa proporre progetti di sviluppo e innovazione ed essere attrattiva, evitando la fuga dei cervelli».
Il Pnrr può rappresentare l’ultimo treno per lo sviluppo dei territori. «Oggettivamente, i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresentano una grandissima risorsa che dovremmo essere capaci di intercettare, disegnando una prospettiva di sviluppo per i nostri territori. Il mio Comune – spiega il primo cittadino – ha già presentato diversi progetti per interventi mirati. Basti pensare che pochi giorni fa Spezzano Albanese è stata inserita tra i progetti finanziati in Calabria relativi alla “Costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici” per una cifra pari a 5,3 milioni di euro. È ovvio che non bisogna lasciare indietro nessuno, ma aiutare i Comuni in cui non ci sono forze adeguate per proporre progetti. In tal senso, così come avevo iniziato a fare da presidente della Provincia facente funzioni, attraverso vari incontri, ritengo che la Provincia debba avere un ruolo di coordinamento e supporto per le realtà più svantaggiate».
Per certi versi la politica è tasto dolente. Militante del Partito democratico, a Nociti ancora brucia la ferita inferta dalle elezioni a presidente della Provincia di Cosenza.
«Credo che la classe politica della Sibaritide debba compiere un salto di qualità ed evitare di ragionare in contrapposizione, quindi lavorare insieme, senza campanili ed egoismi, per creare le condizioni di sviluppo dell’intero territorio. La mia mancata elezione a presidente della Provincia è stata significativa, tanto è vero che si è passati da un presidente di Spezzano Albanese, e quindi della Sibaritide, ad un presidente di San Giovanni in Fiore».
«Non dobbiamo dimenticare che il Pd proviene da due sconfitte alle elezioni regionali e una sconfitta alle provinciali, ciò acuisce le problematiche. Mi auguro che con il nuovo segretario regionale Nicola Irto, e con la scelta del nuovo segretario provinciale Vittorio Pecoraro, si possa avviare quell’inversione di tendenza utile a creare le condizioni affinché il Pd diventi una vera comunità. L’auspicio è che nei singoli comuni pongano la parola fine sulle conflittualità e gli scontri tra le varie correnti e che il partito diventi ogni giorno più “dem”».
È la prima volta che Ferdinando Nociti parla dopo le elezioni, non nascondendone la delusione e ammettendo «ovviamente» che «la candidatura di Flavio Stasi ha rappresentato un ostacolo per quella che ritengo potesse essere non una vittoria ma una schiacciante vittoria. Nel ringraziare tutti quelli che mi hanno votato, aggiungo che si sarebbe potuto vincere anche con la presenza dello stesso Stasi. All’elezione per il rinnovo del consiglio provinciale il centrosinistra ha vinto per soli 1.700 voti ponderati, mentre alle “presidenziali”, nonostante Stasi abbia ottenuto 15.600 voti ponderati, la differenza è stata di soli 3.000 voti a favore del centrodestra. Ciò significa che abbiamo recuperato circa 11.000 voti, nonostante il centrodestra governi la regione Calabria. Per cui ritengo che con qualche atteggiamento più leale si sarebbe potuto raggiungere l’obiettivo. Ho, comunque, preferito non fare polemiche perché ritengo che sia necessario sempre privilegiare il bene del partito rispetto alla difesa della propria posizione». (l.latella@corrierecal.it)
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