«Guardando la parte mezza vuota del bicchiere rispetto all’andamento complessivo della campagna vaccinale, abbiamo ancora circa 19,5 milioni di italiani tra non vaccinati o che hanno un ciclo vaccinale incompleto perché non hanno fatto la terza o quarta dose». È la stima fatta all’Ansa dal presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, che sottolinea come le quarte dosi non siano “decollate“, tranne in alcune Regioni.
«Abbiamo, in particolare – spiega – ancora 6.875.000 italiani che non hanno fatto alcuna dose di vaccino, anche se di questi, circa 2,8 milioni non si possono vaccinare subito poiché guariti dal Covid da meno di 180 giorni. Sono invece senza terza dose 8.236.000 italiani, di cui circa 5 milioni non sono subito vaccinabili perché da poco guariti dal Covid. Per la quarta dose, mancano all’appello ancora quasi 600mila soggetti immunocompromessi e 3.945.000 over80». Il punto, sottolinea, è che «le vaccinazioni sono sostanzialmente ferme o stanno andando molto al rallentatore: per quanto riguarda le prime dosi di vaccino anti-Covid, attualmente se ne stanno somministrando circa 5mila la settimana, quindi molto poche. Anche la somministrazione delle terze dosi è fortemente rallentata: circa 8mila al giorno». Quanto alle quarte dosi, precisa Cartabellotta, «bisogna distinguere la platea di riferimento: per quanto riguarda le persone immunocompromesse, che sono pari a circa a 790mila, la copertura a livello nazionale è quasi del 25% ma con differenze regionali enormi. Il Piemonte, ad esempio è arrivato all’87% rispetto al Molise che è al 4,3%, la Basilicata al 6%, il Veneto al 10% e la Calabria al 5%». Differenze enormi, chiarisce, «dovute essenzialmente alle modalità adottate: chi sta adottando la chiamata attiva, ad esempio il Piemonte che utilizza sms individuali per invitare alla vaccinazione, sta ottenendo ottimi risultati, mentre le regioni che si stanno basando sulla adesione volontaria stanno avendo minori risultati». Anche di persone immunocompromesse, afferma Cartabellotta, «se ne stanno vaccinando in media 5mila al giorno». La quarta dose è indicata anche per over80, fragili fra 60 e 79 anni e ospiti delle Rsa: in totale sono pari a 4.422.000 soggetti e «siamo al 10,8% di copertura nazionale, e pure in questo caso – rileva – ci sono forti differenze regionali e si passa dal Piemonte al 22,8%, l’Emilia Romagna al 19,8%, il Lazio al 15,9% fino alla Calabria al 2,9% in fondo alla classifica. Per questa categoria siamo a circa 18,5 mila vaccinazioni al giorno». Quindi, complessivamente, «le vaccinazioni fatte ogni giorno sono comunque modeste», avverte. Dunque, «se non si adotta una strategia di chiamata attiva sia per le terze sia per le quarte dosi – è il monito del presidente Gimbe – è difficile aumentare il numero delle vaccinazioni e smaltire le eventuali giacenze di vaccini nelle Regioni. È evidente che stiamo andando molto lentamente». Inoltre, «si sta diffondendo l’idea che sia meglio aspettare l’autunno quando dovrebbero arrivare i vaccini aggiornati, ma questa non è una strategia vincente per le categorie a rischio ed è anzi molto azzardato, perché molte di queste persone – conclude – hanno fatto la terza dose booster da oltre 5 mesi e la protezione nei confronti della malattia grave si riduce progressivamente dopo i 120 giorni, aumentando il rischio di ospedalizzazione e decesso».
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