ROMA È scattata la protesta dei magistrati contro la riforma Cartabia dell’ordinamento giudiziario e la nuova legge elettorale del Csm. La decisione di giudici e pm di scioperare è stata adottata lo scorso 30 aprile dall’ Associazione nazionale magistrati. Erano stati solo una sessantina i contrari sui circa 1.400 votanti. Così dopo dodici anni i magistrati hanno incrociato le braccia e si sono oggi astenuti dal presiedere ad udienze. Una forma forte di protesta per cercare di bloccare i decreti attuativi dei due provvedimenti e puntare alla modifica delle norme.
Soltanto nel primo pomeriggio si saprà se la protesta ha ottenuto o meno l’adesione dei magistrati. Nel 2010 le percentuali dell’adesione allo sciopero tra le toghe toccò quota 80-85%.
Ma oltre l’astensione, l’Associazione magistrati in Italia ha promosso una serie assemblee aperte al contributo di avvocati, giornalisti, e giuristi. Un modo scelto dall’Anm per motivare la loro contrarietà alla riforma. Secondo la posizione dei magistrati, tra le misure “più odiose” la valutazione dei togati ed il metodo elettorale per eleggere i membri del Csm che secondo l’Anm finirebbe per aumentare il potere delle correnti.
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