COSENZA Il ministro per le politiche giovanili, Fabiana Dadone, a Cosenza per partecipare al “Neet Working Tour”, l’iniziativa promossa dal ministero per le Politiche giovanili, in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i Giovani, l’Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro e la Carta Giovani Nazionale. La campagna informativa itinerante rivolta ai Neet, giovani inattivi di età compresa tra i 14 e i 35 anni, che non studiano, non lavorano e non fanno formazione, ha fatto tappa in Piazza dei Bruzi, con il truck parcheggiato nel piazzale antistante la sede del municipio. Cosenza è stata inserita tra le tappe del viaggio partito da Torino e che si concluderà il 23 maggio a Palermo.
«E’ importante tornare a parlare di lavoro in piazza, far incontrare domanda e offerta e dialogare con i ragazzi magari inserendo dei momenti più leggeri come la musica», dice il ministro Dadone. Che aggiunge: «I nuovi lavori sono spesso sconosciuti ma potrebbero dare opportunità ai ragazzi. Penso ad esempio ai settori agricoltura o marittimo e ancora all’ artigianato. Poi per quanto riguarda la formazione penso all’erasmus plus o al servizio civile universale che come ministero ci vede impegnati». Un dato però è evidente e incontrovertibile, ci sono 3 milioni di neet in Italia. «E’ vero – dice il ministro – il dato è allarmante ma dobbiamo spiegare ai giovani cosa sono i centri per l’impiego, cosa possono offrire le aziende. Devono capire cosa vogliono fare, se un corso professionalizzante o universitario, ma non rimangano immobili».
Necessario in un’analisi sulle dinamiche lavorative giovanili non dimenticare i contesti, spesso difficile, nei quali i neet crescono. Famiglie non in grado di supportarli nella scelta più giusta, nel percorso decisivo per la carriera o territori dove diventa assai complicato rimanere e trovare uno sbocco lavorativo. «Molti ragazzi – sottolinea ancora Dadone – non hanno alle spalle una famiglia pronti a sostenerli o vivono in contesti territoriali difficili, ecco perché lavoriamo insieme agli enti locali e monitoriamo la loro situazione». A questo va aggiunto il supporto fornito dalle risorse del Pnrr. «I fondi serviranno anche a rilanciare i centri per l’impiego che non funziona come dovrebbero. Nella manovra di bilancio ci sono fondi specifici dedicati ai giovani con un canale preferenziale aperto agli under 35».
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