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la difesa

Bruno: «Trasformato da vittima in carnefice. Ma per le mie battaglie di legalità mi hanno bruciato casa e auto»

L’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto si difende dalle accuse. «Io “livello istituzionale” delle cosche? È un’accusa tremenda»

Pubblicato il: 18/05/2022 – 12:18
Bruno: «Trasformato da vittima in carnefice. Ma per le mie battaglie di legalità mi hanno bruciato casa e auto»

Riceviamo e pubblichiamo dall’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno.

In merito alla vicenda che mi vede indagato, attendo il giudizio dove potrò dimostrare l’assoluta inoffensività dei fatti addebitati e, soprattutto, le contestazioni circa la liquidazione di somme alla Misericordia o a tutte le altre associazioni o cooperative operanti nel settore immigrazione. Non intendo anticipare ciò che sarà oggetto di difesa nelle aule di tribunale ma, la mia formazione familiare, culturale e politica mi impone di dover chiarire pubblicamente questi addebiti anche alla luce di quanto pubblicato dai quotidiani locali.

«Dimostrerò la limpidezza del mio operato»

Continua questo accanimento nei confronti del sottoscritto e come è accaduto in precedenti vicende giudiziarie anche in questa dimostrerò la limpidezza del mio operato. Mi sorprende che dopo cinque lunghi anni, precisamente quattro anni 11 mesi e 29 giorni, il mio nome venga accostato a sentenze passate in giudicato quando il sottoscritto a mala pena era nato. È mortificante essere dipinto quale “livello istituzionale” al servizio delle cosche. È l’ipotesi accusatoria peggiore che mi si possa addebitare atteso che il sottoscritto ha scelto sin dalla sua infanzia da che parte stare e cioè quella della legalità e dello Stato. Rispetto il lavoro della magistratura inquirente e di quella giudicante, anche oggi in questo difficile momento che sto attraversando, ma questa è una battaglia nella quale il sottoscritto dovrà far emergere la sua totale estraneità agli addebiti mossi che hanno causato solo danni alla mia vita familiare, personale, professionale e politica.

«Ho sollecitato pagamenti per la gestione degli Sprar, il Cara è altra cosa»

A tutti sfugge probabilmente che il Comune di Isola di Capo Rizzuto e la gestione del Cara sono cose distinte e separate, dato il Cara è sotto diretta responsabilità della Prefettura e quindi del Ministero dell’Interno. I pagamenti che ho sollecitato erano somme dovute per la gestione dei centri esterni Sprar, liquidati a rendicontazione e secondo le procedure di legge verificate dagli uffici, e l’ho fatto anche per tutte le associazioni.
La mia azione amministrativa si è svolta in piena correttezza e senza favoritismi come ha riconosciuto l’autorità giudiziaria nelle sentenze sullo scioglimento e sulla incandidabilità scontrandosi però con una legge sugli scioglimenti criticata dalla stessa politica e magistratura alla luce di cinque scioglimenti avvenuti in contemporanea in Calabria tra cui Isola di Capo Rizzuto. Non meno recenti le dichiarazioni dell’onorevole Morra circa l’inutilità degli scioglimenti: questo la dice lunga sulla reale portata politica di questi provvedimenti, altro che Alta Amministrazione.

«Passo da vittima a carnefice»

È paradossale, passo da vittima a carnefice, quanto si vuole addebitare alla mia attività politica: le battaglie pubbliche per denunciare i furti nelle case, interrogazioni parlamentari e incontri presso il Ministero della Difesa per attivare la Tenenza dei Carabinieri pensata nel 2004 e mai partita. E ci sono riuscito nel 2014. Ho richiesto nel gennaio 2017, assieme alla mia amministrazione e mettendo a disposizione del Ministero della Difesa l’ex immobile della Guardia di Finanza, l’istituzione e l’operatività di un Commissariato di Polizia a Isola di Capo Rizzuto per rafforzare la presenza dello Stato sul territorio. 
Giusto per l’azione di legalità che mi ha sempre contraddistinto, mi hanno bruciato una macchina, mi hanno lasciato proiettili e lettere anonime sotto casa e infine nel 2017, dopo aver imposto per via regolamentare in consiglio comunale, che «chiunque avesse presentato istanze per rilasci di permessi o concessioni doveva essere in regola con imposte e tributi comunali» mi sono ritrovato a combattere contro coloro che non avevano mai versato un tributo al comune e, l’epilogo, si è avuto con l’incendio della casa dove vivo al Villaggio Tucano l’estate. Alla luce di questo ennesimo evento, la Prefettura ha ritenuto necessario ed opportuno, affidare a tutela della mia persona una scorta armata. Ecco dove ho scelto di stare da Cittadino prima e da Istituzione poi, sempre dalla stessa parte: lo Stato.

Gianluca Bruno
ex sindaco Isola Capo Rizzuto

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