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«Pignatone fece saltare la nomina di Gratteri a Ministro della Giustizia»

Renzi racconta di una «avversione più totale all’ipotesi». La “congiura” per “impallinare” un magistrato «troppo fuori dagli schemi»

Pubblicato il: 19/05/2022 – 8:43
«Pignatone fece saltare la nomina di Gratteri a Ministro della Giustizia»

ROMA «Pignatone fece saltare la nomina di Nicola Gratteri». Emergono nuovi particolari sulla mancata nomina del procuratore di Catanzaro a Ministro della Giustizia. «Gratteri – sostiene nel suo libro “Il mostro“ Matteo Renzi – aveva idee rivoluzionarie: avremmo lavorato per il sorteggio del Csm, così da spezzare il meccanismo delle correnti». «Volevo azzerare il potere delle correnti nominando ministro un uomo capace e totalmente fuori dagli schemi. Qualcuno dice: fin troppo fuori dagli schemi. E avevo pensato a Nicola Gratteri, magistrato di valore da sempre in prima linea contro la ’ndrangheta». Un progetto poi naufragato, secondo la ricostruzione dell’ex premier, per una sorta di congiura ordita da un pezzo di magistratura, attraverso le correnti (alle quali il procuratore di Catanzaro non è mai stato iscritto). Meccanismo che avrebbe, poi, trasferito le proprie pressioni sul Quirinale, portando al no dell’allora presidente Napolitano

Il no alla nomina: «Avversione più totale all’ipotesi Gratteri»

«Napolitano mi ha detto che non voleva Gratteri ministro della Giustizia. Punto. Il presidente della Repubblica ha il sacrosanto diritto e dovere di non controfirmare la nomina di un ministro che non vuole. È la legge», ha affermato Renzi presentando il libro, dove l’ex premier rivela: «Magistrati come il procuratore della Repubblica di Roma, leader di varie correnti della magistratura, giudici eletti in Parlamento con alte responsabilità fecero arrivare al Quirinale – in modo più o meno diretto – la loro avversione più totale all’ipotesi Gratteri». Dell’episodio ne scrive il Fatto quotidiano: «Fu quindi Giuseppe Pignatone, attuale presidente del Tribunale del Vaticano ad affossare parlandone con Napolitano?». Contattato dal giornale l’ex procuratore di Roma ha risposto con un «No comment».

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