Si è svolta lunedì scorso la riunione degli iscritti del Partito Socialista di Rende, nel corso della quale sono stati formati gli organismi interni della sezione “Cecchino Principe”. Nominati due nuovi vice segretari di sezione, nelle persone di Simone Fabbricatore e Franco Perri. Formato, altresì, un nuovo consiglio direttivo allargato composto da Giovanbattista Lopez, Dina Capizzano, Raffaele Casciaro, Isidoro Marchese, Antonio Reda, Ernesto Reda, Mario Salerno, Massimiliano Scanga, Mario Scarnato, Franco Casciaro, Giuseppe Marchese, Franco Paletta, Francesco De Rose, Adele Pellegrino, Piervincenzo Caruso, Carlo Reda, Natale Salerno, Raffaela Turco, Mimmo Scarnato, Rosalinda Scola ed Elvira Covello. Ad altri iscritti, militanti storici del partito, le chiavi del Centro Studi, col compito di sollecitare il dialogo attorno alle più importanti tematiche sociali, economiche e culturali, inerenti l’intero territorio rendese. «La sezione è cresciuta in questi ultimi mesi con l’entrata di nuovi iscritti, per lo più giovani – ha spiegato il segretario Francesco Tenuta – ed era giusto, dunque, affidare loro, unitamente al sottoscritto, il timone di questo partito. La sezione è già operativa e pronta a costruire, insieme ad altri, un progetto politico amministrativo nuovo, responsabile ed innovativo che guidi la città di Rende nei prossimi anni. Ma lo vogliamo fare con persone serie, credibili, oneste che amano la propria città. Mettiamo al bando ogni forma di trasversalismo, di trasformismo e di giochi di potere, anche dell’ultima ora, che rappresentano il cancro della politica e della vita democratica della città. Restiamo dove siamo sempre stati: all’opposizione di questa amministrazione. Un’amministrazione che, dopo otto anni, ha addirittura bocciato se stessa. Il fuggi fuggi generale di alcuni esponenti di questa maggioranza nei partiti politici dimostra che il tanto decantato civismo ha miseramente fallito. Ci auguriamo, pertanto, che Rende possa avere finalmente una prospettiva; possa avere finalmente una sua dignità che, ad oggi, ancora non possiede. Serve una svolta, non soltanto politica, ma soprattutto culturale e morale. E per fare ciò, bisogna inaugurare una nuova stagione della politica che parli il linguaggio della chiarezza e della verità e che porti in dote contenuti valoriali sui quali aggregare una classe dirigente capace di guidare il processo di rilancio della città». «È necessario – lo ribadiamo ancora una volta – che si formi, al più presto, un campo, liberale, democratico, progressista e riformista, aperto a tutte le forze moderate e cattoliche, rappresentato da una classe dirigente che abbia un’unica e chiara identità politica».
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