REGGIO CALABRIA Si approfittavano della fragilità delle loro vittime, le circuivano, per poi chiedergli grosse somme di denaro minacciandole se si rifiutavano di pagare. È il sistema messo in atto da un’organizzazione criminale con base in Romania, ma che operava in diverse città italiane e altri paesi europei: Germania e Olanda.
L’operazione, denominata “Transilvania”, scaturisce dall’attività d’indagine avviata nel 2018 sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Locri. I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, unitamente al personale delle forze di polizia di Romania e Germania sotto il coordinamento di Europol, l’agenzia di Polizia europea specializzata nel contrasto al crimine transfrontaliero tra gli Stati membri dell’Unione hanno dato esecuzione a 13 mandati di arresto europeo e 3 ordinanze di custodia cautelare. Sono 59 gli indagati. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Locri.
L’organizzazione criminale sgominata era molto articolata. Secondo quanto scoperto dagli inquirenti, era dotata di una struttura piramidale composta da soggetti di nazionalità rumena, avente un vertice – due coniugi – in Romania e base operativa nel Reggino, tra Bianco e Melito di Porto Salvo, ma con articolazioni che si diramavano anche fuori regione: in particolare nei comuni di Siderno, Rosarno, Bovalino, Reggio Calabria e Milazzo (in provincia di Messina). Tra i soggetti coinvolti nelle indagini anche un uomo originario di Bova Marina, che secondo gli inquirenti «aiutava nelle operazioni di riciclaggio», è stato sottolineato nella conferenza stampa durante la quale sono stati resi noti i dettagli delle indagini. Agli indagati vengono contestati reati associativi di carattere transnazionale, circonvenzione di incapace, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, rapina ed estorsione.
«Persone vulnerabili e sole che sono state manipolate psicologicamente». È l’identikit che gli investigatori hanno tracciato delle persone che venivano scelte e diventavano vittime delle truffe. Anziani, ma non solo. «Venivano adescati dalle donne che agivano sul territorio e che si approfittavano della loro fragilità», ha spiegato il tenente colonnello Massimiliano Pesa, comandante del gruppo dei carabinieri di Locri. Quando le vittime iniziavano a rifiutarsi di elargire ulteriore denaro venivano minacciate: «La paura era che tutto potesse essere raccontato alle loro famiglie».
Le indagini sono partite nel 2018 dopo la denuncia di un anziano. L’uomo, «disperato per aver dilapidato il suo intero patrimonio», si era recato alla stazione dei Carabinieri di San Luca e aveva raccontato di essere stato circuito da una donna di nazionalità rumena, che aveva finto di essere innamorata di lui. La donna lo aveva costretto a consegnarle circa 20mila euro. «Apparentemente la denuncia – ha aggiunto Pesa – poteva sembrare un caso isolato, ma le indagini hanno portato al disvelamento di un vero e proprio sistema».
Tutto studiato nei minimi particolari. Così l’organizzazione criminale era riuscita ad adescare 15 persone ottenendo ingenti somme di denaro. «Ma il numero delle vittime – afferma il comandante della stazione di San Luca, il maresciallo Michele Fiorentino – potrebbe essere molto più alto». Come più alto potrebbe essere il profitto ottenuto: oltre un milione di euro la cifra tracciata dagli investigatori. Il dato, però, potrebbe essere parziale: i pagamenti a favore degli indagati, infatti, sarebbero avvenuti non solo con versamenti tramite “Money Transfer” all’estero, ma in molti casi si trattava di consegne di denaro contante. «Il fenomeno delle frodi è la minaccia criminale di più rapida crescita in Europa», ha spiegato Pedro Felicio, investigatore portoghese dell’Europol, che ha sottolineato come sia importante «la cooperazione internazionale in indagini di questo genere». Indagini che, tuttavia, sono ancora in corso. «Ci sono degli aspetti ancora in corso di approfondimento», ha spiegato il colonnello Marco Guerrini, comandante provinciale di Reggio Calabria, che ha poi sottolineato: «L’operazione è particolarmente importante perché va a colpire un fenomeno odioso di raggiri nei confronti di persone anziane quindi vittime particolarmente vulnerabili. Ma è anche un esempio di efficacia del sistema di prossimità che le stazioni dei carabinieri offrono alla cittadinanza. Abbiamo ricostruito un flusso di denaro di oltre un milione di euro e anche la filiera di riciclaggio di questo denaro». (redazione@corrierecal.it)
1) BERCHI Vicentiu 2) CIURAR Robert 3) CIURAR Teodora 4) GRETA Ileana Adina 5) LACATUS Maria 6) LACATUS Silvia cl. 79 7) LACATUS Silviu 8) LINGURAR (LACATUS) Claudia 9) NIMIGEAN Valentina l0) MODAFFARI Domenico
11) CIURAR Crucita Georgeta 12) CIURAR Herminia 13) CIURAR Mihai 14) COTERGAR Claudia 15) LACATUS Emanuela 16) LACATUS Silvia cl. 60
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