COSENZA Una mattanza. Le morti connesse ad incidenti stradali non diminuiscono, dalle statali alle autostrade, è lungo l’elenco delle vittime. Dai minori agli adulti, dai motocilisti agli automobilisti fino ai pedoni, nessuno sfugge ai dati drammatici e impietosi. Il 42% delle morti su strada avvengono nel percorso casa-lavoro-casa. Si tratta di collisioni stradali o di infortuni. E nel 2020 si sono registrati i decessi di 3 bambini morti “prima di nascere” a causa di una collisione stradale, le mamme sono morte sul colpo. Questa mattina, a Cosenza, associazioni, fondazioni, movimenti, familiari di vittime di violenza stradale, hanno partecipato alla manifestazione nazionale per richiamare l’attenzione di cittadini, istituzioni e media sulla strage stradale. Ma non solo. Anche per ribadire i rischi di morte per patologie connesse al traffico cittadino, al riscaldamento delle case e delle scuole.
«Una città è migliore se la guardiamo con gli occhi di tutti i bambini (in particolare quelli con disabilità). Si aspettano di muoversi liberamente, di giocare e socializzare», dice Giuseppe Guccione, della Luigi Guccione Foundation, promotore ed organizzatore dell’evento tenutosi in Piazza dei Bruzi. «Una carta dei diritti dei bambini e delle bambine in movimento è necessaria». Ma ad essere letali non sono solo gli incidenti stradali, ma anche le patologie connesse al traffico cittadino: dal riscaldamento delle case e delle scuole, all’utilizzo delle auto con le quali si accompagnano i bimbi a scuola, e «gli idrocarburi fossili continuano, silenziosamente, ad uccidere». Da 10 a 20 volte più delle collisioni stradali. «Ma la retorica italica su questo chiude gli occhi come accade per i morti sui luoghi di lavoro: nel 2020 si era arrivati a 1.538 denunce di decessi (4,2 al giorno), compresi quelli correlati al Covid». (f.b.)
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