CASTROVILLARI «Cucchi-Bergamini? Sono due omicidi di Stato». E’ il duro commento dell’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Bergamini nel processo in Corte d’Assise a Cosenza sulla morte dell’ex calciatore rossoblù. Prima di prendere parte – a Castrovillari – al convegno dal titolo “Pestaggi e depistaggi: la strada della giustizia per Stefano Cucchi”, ai microfoni del Corriere della Calabria si sofferma sulle presunte analogie tra i due “casi”. «Sono due processi simili, il paragone l’ho già fatto. Lo Stato è intervenuto in maniera pesante nel processo Cucchi, mentre nel caso di Bergamini fin dalle prime ore c’è stato un depistaggio delle indagini, per indirizzarle in un binario falso».
Il processo Bergamini in corso al Tribunale di Cosenza riprenderà giovedì quando è previsto il ritorno in aula. «C’è troppa tensione. Il processo per quanto mi riguarda è già chiuso, la messa in scena è fin troppo evidente. Sono 20 anni che faccio Corte d’Assise, ci sono state testimonianze importanti, mi aspetto da questo processo la conferma da parte dei medici legali di ciò che hanno già detto, anche quello della difesa che nelle intercettazioni confessa che abbiamo ragione», sostiene Anselmo. Sono 33 anni che la famiglia Bergamini attende una verità sulla morte di Denis. «Due generazioni si sono consumate tra le deviazioni e i depistaggi. La determinazione di Donata è fantastica, la famiglia Bergamini si è consumata attraverso il dolore di papà Domizio, della mamma di Denis e dei nipoti». Un dolore, quello della perdita di una persona cara, impossibile da lenire. «Arriviamo alla meta di questo processo e poi parleremo di eventuali risarcimenti. Ma una cosa è certa, nessuno potrà restituire nulla alle famiglie Cucchi e Bergamini. Il risarcimento è solo il riconoscimento di una dignità calpestata», conclude Anselmo. (f.b.)
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